L’orgoglio è la radice di ogni male………..

L’orgoglio è la radice di ogni male, è il “padre” di tutti i peccati, è uno stato d’animo che ci allontana da Dio. Per il non credente, come anche per colui che si definisce “cristiano”, Dio è visto come una limitazione, un ostacolo alla libertà, un qualcosa o qualcuno al quale è necessario rendere conto, che vuole imporre con la forza e la coercizione un modo di vivere che dobbiamo seguire senza poter dire la nostra. Invece non si vuol comprendere che si è liberi non perché “autonomi” da tutto e da tutti, ma perché in ascolto di chi sa e vuole il nostro bene; si è liberi non perché “indipendenti” da tutto e da tutti, ma perché in relazione con chi sa e vuole ciò che assicura la vita dell’uomo. E per il cristianesimo Dio è colui che sa e che vuole il bene per ogni uomo; per questo obbedire a Dio è essere liberi.
Per un orgoglioso è il peggiore degli incubi, che preferisce cancellare dalla propria mente l’idea stessa di Dio e convincersi di essere frutto del caso, di avere una vita da vivere limitata nel tempo che va vissuta al meglio per se stessi. Per soddisfare invece un bisogno di finta religiosità, altri inventano un Dio di comodo, la condizione necessaria è quella che questa fantomatica entità non si “metta in mezzo”, non si occupi delle nostre vite.
Anche chi pensa di avere fede in Cristo è spesso vittima dell’orgoglio. Il cristiano orgoglioso è quello che crede che Dio operi esclusivamente in base ai propri desideri, alle proprie necessità, che ritiene un diritto ricevere da Dio quello di cui ha bisogno per diventare quello che vuole essere. Chi ha fede in Cristo, chi ha conosciuto il Signore deve vivere con Dio, la vita non è più sua, ma del Signore.
Molti cristiani, pieni di orgoglio, pensano che Dio sia obbligato a rispondere a tutte le nostre richieste, sempre e subito, e quando questo non avviene cadono in depressione, sono terrorizzati, si sentono abbandonati da Dio. Soffrono realmente, ma non per causa di una prova particolare, ma a causa della loro immaturità. Spiritualmente parlando sono come un bambino capriccioso, che non vedendo raccolte le proprie richieste e realizzato il proprio sogno, piange urla e strepita. Essendo delusi dal mondo, vogliono credere in Dio perché, non riuscendo ad ottenere ciò che desiderano avere, si rivolgono a Lui perché, per amore, dona, perché è Colui che è in grado di realizzarli.
Vanno a Dio come se Egli fosse una specie di parente ricco, che può assisterli e donare tutto quello che loro mendicano, mentre non alzano neanche un dito. Si aspettano che le preghiere muovano Dio a lavorare per loro, mentre siedono pigramente pensando in sé stessi: “Egli è onnipotente; io non sono nulla, quindi devo semplicemente attendere”. Vogliono Dio nella loro vita, ma lo vogliono per avere un aiuto, o persino la liberazione, per le prove e le difficoltà di questo mondo, e risoluzione ai problemi di vario genere, senza mai voler comprendere che questi guariscono dalla superficialità, dall’egoismo, dall’egocentrismo, e servono per la propria crescita e per diventare ad immagine di Gesù Cristo.
Molti “cristiani” vogliono credere in Dio perché il loro fine è avere la pace e la gioia.
Molti “cristiani” vogliono credere in Dio per il benessere, ricchezze e guarigione. Se amano il mondo e le sue cose, non possono essere da Dio: “Non amate il mondo né le cose che sono nel mondo. Se uno ama il mondo, l’amore del Padre non è in lui” (1Giovanni 2:15). Se bramano di avere sempre più beni materiali, non fanno parte delle Sue pecore: “…né ladri, né avari, né ubriachi, né oltraggiatori, né rapinatori erediteranno il regno di Dio” (1Corinzi 6:10).
Ma questi “cristiani” faranno parte dei capri non solo a motivo delle loro bramosie verso i beni materiali o perché non hanno aiutato i bisognosi; il Signore dirà loro: “Siete in mezzo ai capri perché Mi avete male rappresentato verso il mondo. Avete fatto in modo che gli empi Mi identificassero con la prosperità, il denaro, il successo. Avete ingannato i poveri dicendogli che Io volevo farli ricchi, avete anche detto agli ammalati che stavano soffrendo a causa della loro mancanza di fede”.
“Ecco, questa fu l’iniquità di Sodoma, tua sorella: lei e le sue figlie vivevano nell’orgoglio, nell’abbondanza del pane, e nell’ozio indolente; ma non sostenevano la mano dell’afflitto e del povero” (Ezechiele 16:49). Quando Dio giudicò Sodoma indicò l’orgoglio, il benessere e la trascuratezza dei bisognosi; non avevano alcuna preoccupazione per i poveri.
Molti “cristiani” vogliono ricorrere a Dio perché possono avere rassicurazioni e conforto.
Molti “cristiani” vogliono credere in Dio perché giudica i nemici e che fà vendetta. Eppure, Gesù Cristo ha detto: “Amate i vostri nemici…pregate per loro…non li maledite”
Si appellano a Dio per far guerra contro i nemici perché Egli stesso combatte. Gesù dice ancora: “Amate i vostri nemici…pregate per loro…non li maledite”.
Dio non vuole comunicare con persone irose, litigiose e senza misericordia.
Molti “cristiani” si appellano a Dio ai fini di potere, per i propri vantaggi. Aspirano a questi premi e ricompense che Dio alla fine donerà, e cercano il dà farsi per ottenerli. Confidano in ciò che fanno. Hanno capito che le cose di questa terra sono vane ed effimere, sono solo per un tempo, e hanno finalmente trovato ciò che veramente potrà soddisfare la loro fama di potere, di successo e di soddisfazione. Infatti, questo lo si capisce da ciò che molti diranno in quel giorno: “Signore, Signore, non abbiamo noi profetizzato nel tuo nome, e nel tuo nome scacciato demoni e fatte nel tuo nome molte opere potenti?”.

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