“Avere dei riguardi personali non è bene” (Proverbi 28:21)

“Non commetterete iniquità nel giudicare; non avrai riguardo alla persona del povero, né tributerai speciale onore alla persona del potente; ma giudicherai il tuo prossimo con giustizia” (Levitico 19:15); “Anche queste sono massime dei saggi. Non è bene, in giudizio, avere riguardi personali” (Proverbi 24:23); “E se invocate come Padre colui che giudica senza favoritismi, secondo l’opera di ciascuno, comportatevi con timore durante il tempo del vostro soggiorno terreno” (1 Pietro 1:17); “Allora Pietro, cominciando a parlare, disse: ‘In verità comprendo che Dio non ha riguardi personali” (Atti10:34); “Fratelli miei, la vostra fede nel nostro Signore Gesù Cristo, il Signore della gloria, sia immune da favoritismi. Infatti, se nella vostra adunanza entra un uomo con un anello d’oro, vestito splendidamente, e vi entra pure un povero vestito malamente, e voi avete riguardo a quello che veste elegantemente e gli dite: ‘Tu, siedi qui al posto d’onore’; e al povero dite: ‘Tu, stattene là in piedi’, o ‘siedi in terra accanto al mio sgabello’, non state forse usando un trattamento diverso e giudicando in base a ragionamenti malvagi? Ascoltate, fratelli miei carissimi: Dio non ha forse scelto quelli che sono poveri secondo il mondo perché siano ricchi in fede ed eredi del regno che ha promesso a quelli che lo amano? Voi invece avete disprezzato il povero! Non sono forse i ricchi quelli che vi opprimono e vi trascinano davanti ai tribunali? Non sono essi quelli che bestemmiano il buon nome che è stato invocato su di voi? Certo, se adempite la legge regale, come dice la Scrittura: ‘Ama il tuo prossimo come te stesso’, fate bene; ma se avete riguardi personali, voi commettete un peccato e siete condannati dalla legge quali trasgressori” (Giacomo 2:1-9).
Questi versi chiaramente ammoniscono il lettore e il cristiano a non mostrare favoritismo o parzialità, perché essi dichiarano che Dio stesso non mostra alcuna parzialità o favoritismo. La cosa, poi, più importante, in ciascuno di questi casi, è che né noi né Dio dobbiamo riservare un trattamento speciale ad una persona a causa della sua posizione, merito, ricchezza, influenza, condizione sociale, autorità o popolarità. Così, “non avere riguardi personali” significa che non dobbiamo favorire nessuno sulla base di un qualsiasi tratto personale che possieda, e, al tempo stesso, non dobbiamo avere pregiudizi verso le persone che sono prive di queste caratteristiche. Il favoritismo significa parzialità o pregiudizio in favore di qualcuno e contro altri. Mostrare favoritismo significa dare preferenza ad una persona rispetto alle altre che hanno uguali diritti. È simile alla discriminazione e può essere basato su condizioni come la classe sociale, la ricchezza, l’aspetto esteriore, le azioni ecc. Il favoritismo è selezionare le persone da amare, da servire, discriminare, fare una differenza di azione da persona a persona. Il trattamento diverso indica giudicare, valutare, discriminare, fare una distinzione, una differenza di trattamento: trattare una persona meglio dell’altra. Nei favoritismi, nei riguardi personali c’è una motivazione, un progetto egoistico, di orgoglio o d’insicurezza e non solo in termini materiali. Io tratto in modo speciale quella persona perché mi dà quello che non mi dai tu! Io tratto meglio l’altro perché mi fa sentire meglio! Io ti tratto meglio perché non mi rimproveri mai, non mi fai vedere i miei peccati e mi dici sempre parole carine. Se nei rapporti interpersonali noi ricerchiamo i nostri interessi di qualsiasi genere sicuramente faremo favoritismi!
Deve essere chiaro che il favoritismo non è coerente con la fede cristiana. Esso è incongruo con il carattere di Dio: “perché davanti a Dio non c’è favoritismo” (Romani 2:11), anche perché il favoritismo è un’offesa contro l’appello di Dio ad amare il prossimo come noi stessi. Spesso tendiamo a formulare giudizi basandoci su criteri personali egoistici piuttosto guardare gli altri come Dio li guarda.
Egli non è influenzato dalla’apparenza dell’uomo, e non è influenzato da quelle cose che possono, al contrario, influenzare gli uomini. Noi riusciamo ad ingannare le persone, riusciamo a sembrare più bravi e più buoni di quello che siamo in realtà, ma non possiamo ingannare Dio. Inoltre, spesso gli uomini giudicano dando la loro preferenza ad uno piuttosto che ad un altro, perché sperano di avere di ritorno qualche vantaggio o beneficio. Invece, Dio non ha alcun riguardo verso gli uomini per averne un contraccambio, perchè Lui di niente e di nessuno ha bisogno. Sapendo che saremo giudicati senza favoritismi, e sapendo che non sarà possibile ingannare o influenzare Dio minimamente, dobbiamo comportarci con timore durante il nostro soggiorno terreno.
Dobbiamo comportarci in modo da non perdere l’approvazione di Dio perché la vera fede produce vero frutto. Non possiamo confessare la fede nel Signore Gesù e poi nello stesso tempo avere riguardi personali. Noi vediamo quanto sia priva di consistenza una professione di fede senza essere accompagnata da una condotta pratica coerente. Noi cristiani non dobbiamo avere un atteggiamento di favoritismi personali nei confronti delle persone. Facendolo neghiamo la natura del giusto rapporto con Gesù. Colui che quando era sulla terra era imparziale nei rapporti e la sua disponibilità a predicare in Samaria e in Galilea, le regioni disprezzati dai leader ebraici e visitando peccatori e religiosi.
Evitiamo, dunque, favoritismi e riguardi personali.

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