“tutto è vanità, è un correre dietro al vento” (Ecclesiaste 2:14)

Il termine “vanità” è associato alle immagini del vento, fumo, vapore e soffio (caducità, inutilità, non senso, inconsistenza). Vivere per la vanità è un’illusione.
Le cose danno un’ebbrezza momentanea, e l’ebbrezza consuma la stessa ebbrezza. L’uomo non può saziarsi di cose finite; non può raggiungere un infinito riempiendo le sue giornate di sensazioni finite. Ogni altro valore, se assolutizzato, rende l’uomo frustrato. Tutto quello che vi è quaggiù di lieto, di dilettevole, di grande, di prospero, per ciò solo che a stento si procaccia e presto si perde, dimostra di essere vano e senza sostanza. Le grandezze del secolo crollano a un soffio, la bellezza si scolora in un attimo, la prosperità e la gioia scompaiono in un batter d’occhio. Mentre si gode la vista del mondo fiorito, ecco che un improvviso accidente lo turba o sopraggiunge la morte che finisce tutto. Vane adunque sono le allegrezze del secolo, che solleticano come se fossero durature, e intanto ingannano, col loro scomparire, chi a loro si attacca.Tutto lo splendore del genere umano, gli onori, i poteri, i tesori sono fiore di prato. Fiorisce quella casa e diviene grande; fiorisce quella famiglia e diventa numerosa; ma per quanti anni? … Tutto ciò che fiorisce quaggiù, tutto ciò che splende o per beltà o per ricchezza, non dura. Tutto termina, tutto scompare.
Distogliamo lo sguardo da tutto ciò che è vanità, da tutto ciò che è solo per un tempo, per volgerlo verso Dio.

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