I BUONI UDITORI SONO IMPORTANTI QUANDO I BUONI PREDICATORI-A.W.Tozer

Molti ritengono erroneamente che quando un predicatore pronuncia un messaggio di verità e le sue parole giungono alle orecchie degli ascoltatori, ci sia stato un atto in buona fede da parte di questi ultimi nell’ascoltarlo. Si ritiene che siano stati istruiti perché hanno ascoltato la Parola di Dio. Ma non è così. Se vogliamo essere veramente istruiti dobbiamo essere degni d’ascoltare un sermone, nel leggere un libro o anche nel leggere la stessa Bibbia, possiamo perdere molto perché non siamo degni d’ascoltare la verità. Cioè, non abbiamo soddisfatto le condizioni morali richieste per ascoltare la verità nella maniera giusta.

Il testo “Così è della mia parola, uscita dalla mia bocca: essa non torna a me a vuoto” (Isaia 55:11), non vuol sostenere il concetto che la verità di Dio è efficace dovunque e ogni volta che viene predicata. Il lamento dei profeti dell’Antico Testamento era che gridavano a gran voce a Israele e le loro parole non venivano prese in considerazione. “Poiché, quand’ho chiamato avete rifiutato d’ascoltare, quand’ho steso la mano nessuno vi ha badato, anzi avete respinto ogni mio consiglio e della mia correzione non avete voluto sapere” (Proverbi 1:24-25)- La parabola del nostro Signore del seminatore e del seme è un’altra prova che è possibile ascoltare la verità senza trarne beneficio. Paolo si congedò dai Giudei dicendo: “Voi udrete con i vostri orecchi e non comprenderete” (Atti 28:26), e cominciò il suo ministero ai Gentili.

Prima che ci possa essere una vera comprensione interiore della verità divina ci deve essere una preparazione morale. Il nostro Signore lo ha chiarito in diversi brani dei Vangeli. “In quel tempo Gesù prese a dire: “Io ti rendo lode, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti, e le hai rivelate ai piccoli. Sì, Padre, perché così ti è piaciuto” (Matteo 11:25-26). Il Vangelo secondo Giovanni è pieno dell’insegnamento che ci deve essere una preparazione spirituale nell’anima prima che ci possa essere vera comprensione della verità di Dio. Questo è riassunto al capitolo 7:17: “Se uno vuole fare la volontà di Lui, conoscerà se questa dottrina è da Dio”. E Paolo disse chiaramente: “Ma l’uomo naturale non riceve le cose dello Spirito di Dio, perché esse sono pazzia per lui; e non le può conoscere, perché devono essere giudicate spiritualmente” (1 Corinzi 2:14).

Nel considerare un pastore, la chiesa media chiede , in effetti: “Quest’uomo è degno di parlarci?”. Suppongo che una tale domanda sia legittima, ma ce n’è un’altra più armonia con le circostanze; è questa: “Siamo degni di ascoltare quest’uomo?”. Un atteggiamento umile da parte degli ascoltatori assicurerà loro molta più luce qualunque sia la dimensione della candela che il Signore si compiace di mandare loro. Quando un uomo o una donna diventano degni d’ascoltare, Dio a volte parla loro attraverso mezzi molto indegni. Pietro, per esempio, fu portato al ravvedimento dal canto di un gallo. Naturalmente il gallo era ignaro del ruolo che stava svolgendo, ma il Signore di Pietro aveva fatto sì che il gallo spezzasse il cuore del Suo apostolo sviato e lo gettasse in un mare di lacrime di pentimento. Agostino fu portato al ravvedimento vedendo un amico ucciso da un fulmine. Spurgeon diventò cristiano dopo aver ascoltato un umile metodista che esortava la congregazione. Moody fu condotto in una chiara unzione di Spirito grazie alla testimonianza di una vecchietta dal cuore semplice di sua conoscenza. Tutti questi esempi ci insegnano la stessa cosa. Dio parlerà ai cuori di quelli che si preparano ad ascoltare; e al contrario, quelli che non si preparano così non ascolteranno niente, anche se la Parola di Dio giunge ai loro orecchi ogni domenica. I buon uditori sono importanti quando i buoni predicatori. Abbiamo bisogno di più sia degli uni che degli altri.
A.W.Tozer

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