GESU’ CRISTO IL GARANTE DI UN PATTO MIGLIORE-Oswald Sanders

Un tale, con un urgente bisogno di 15mila dollari, si reca in banca per chiedere al direttore un prestito pari a questa cifra. Nel momento in cui gli viene chiesto quali garanzie può offrire, si scopre che egli non è in grado di segnalare nessuno che gli faccia da garante, e così, con pochissima cortesia, viene invitato a lasciare l’ufficio. Scoraggiato dall’accaduto, l’uomo espone la sua necessità ad un amico benestante, che lo porta nuovamente in città, proprio nella stessa banca da cui è stato allontanato. Insieme, sono ricevuti, dallo stesso funzionario, che questa volta assume atteggiamenti decisamente diversi. Adesso, il direttore non può agire contrariamente a quanto gli viene chiesto. L’uomo ricco, infatti, lo incarica di prelevare dal proprio conto la somma di 15mila dollari e di versarla su conto del suo amico; la transazione è eseguita senza alcuna obiezione. Il beneficiario, a questo punto, sottoscrive una cambiale che viene controfirmata e convalidata dal suo generoso conoscente. E’ la firma dell’amico ricco, ovvero del garante, che conferisce al documento il valore di 15mila dollari. Purtroppo, però, l’uomo è uno spendaccione: ben presto, consuma tutto il denaro che ha ricevuto e si scopre nuovamente in difficoltà. Alla miseria, si aggiungono altri mali: egli viene a conoscenza della malattia di sua moglie, che si trova in una città molto lontana distante dalla sua. Non ha denaro per sostenere i costi del viaggio, pertanto, non può trovarsi con lei proprio nel momento del bisogno. Il ” pagherò” è scaduto e l’uomo riceve un avviso di pagamento. Disperato, si mette alla ricerca di un lavoro e con il primo compenso corre subito in banca. Il direttore respinge il suo misero contributo, pretendendo i 15mila dollari elargiti, con l’aggiunta degli interessi. Le argomentazioni che l’uomo espone a sua difesa, assicurando che sta facendo del suo meglio per saldare il debito, lasciano il funzionario del tutto impassibile. Sua moglie è sul punto di morire, così, alla fine, in preda alla più profonda disperazione, decide di recarsi nuovamente dal suo amico e di raccontargli tutto. Ancora una volta, tornano assieme nella stessa banca e il suo amico paga personalmente la somma dovuta, ricevendo dall’impiegato la lettera di estinzione del debito. Non soltanto: in qualità di garante, estinto il debito, vuole fare di più. Dona così, a quell’uomo, il denaro sufficiente per acquistare un biglietto aereo e raggiungere sua moglie. Perché quell’amico non ha fatto prima tutto questo? Perché ha lasciato che l’uomo passasse attraverso un’esperienza così angosciosa? La risposta è semplice: quell’uomo stava cercando di pagare il suo debito con le proprie forze e non aveva più confessato la sua necessità. Il suo garante non ha potuto fare nulla in suo favore, finché egli non si è deciso a recarsi di nuovo da lui, riconoscendo il suo bisogno d’aiuto. Allora e soltanto allora si è creata la condizione perché intervenisse in suo favore. Certamente, quando proviamo a compiere con i nostri sforzi, quel che soltanto il Signore può fare, stiamo impedendo a Cristo di svolgere il Suo ufficio di garante del nuovo patto nella nostra vita. La maggior parte di coloro che conoscono chiaramente, dal punto di vista intellettuale, le differenze fra la legge e la grazia, non sperimentano altrettanta nitidezza nella pratica. Il segreto di una vita cristiana vittoriosa, è quello di spostarci dall’ombra terrificante della legge, per immergerci completamente nel regno della grazia.

Nell’antico patto, ciascuno dei due contraenti aveva un compito da svolgere. Se una delle due parte falliva, il patto era infranto. L’uomo ha trasgredito la legge divina, e pertanto, ha annullato il patto. Sotto il nuovo, tuttavia, soltanto una parte viene ritenuta responsabile: il Signore; Egli si è assunto l’impegno per entrambi. Notiamo infatti la ripetuta conferma divina: “Io farò”. Se fossero date all’uomo, nel nuovo patto, responsabilità maggiori di quella di ricevere, semplicemente per fede, le promesse di Dio, egli non si troverebbe più sotto la grazia e noi non potremmo più definirlo un patto migliore (Ebrei 8:6). E’ di grande importanza, il fatto che un termine così ricorrente nell’antico patto, come “ubbidisci”, nel nuovo divenga, invece, “credi”. L’ubbidienza continua ad essere fondamentale, ma adesso ha una veste risplendente: è l’ubbidienza della fede. La nostra parte è quella di credere che Dio, in un modo sbalorditivo, abbia scritto la Sua legge nel nostro cuore e che possa renderci capaci di ubbidirGli con gioia, in virtù delle forze che, quotidianamente, Egli stesso ci provvede.
Oswald Sanders

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