IL PECCATO DI GOLA-David Wikerson
Eli era giudice d’Israele la cui morte fu considerata accidentale. Morì rompendosi il collo in una caduta. Tuttavia, ad un esame più attento, si potrebbe dire che Eli morì di “suicidio alimentare”. Egli era obeso. Quest’uomo aveva due figli delinquenti che lo assistevano nelle sue funzioni. Essi commettevano atti impuri con donne e conducevano tranquillamente vite di compromessi. Durante il sacrificio i sacerdoti potevano usare ganci da macellaio per estrarre dalle pentole bollenti la carne per le loro mense. Si trattava della porzione stabilita da Dio. Ma Ofi e Fineas detestavano la carne bollita. Essi preferivano i primi tagli crudi piuttosto che la carne impregnata d’acqua delle pentole. Quando i fedeli portavano la loro vittima al tempio, questi due figli tagliavano per sé il filetto. Evidentemente Eli aveva preso gusto a questa carne di primo taglio fatta entrare di contrabbando nelle stanze dei sacerdoti. La Bibbia dice che “egli non glielo impedì”.
“Essi ne prendevano quanta ne volevano” (1 Samuele 2:16).
Questa abitudine materialistica, golosa, tipica della vita facile, richiese un prezzo. Eli divenne un giudice debole, incapace di frenare i suoi figli o il suo stesso vorace appetito. Aveva 98 anni quel giorno fatale. Era seduto su ciglio della strada, a Sili, aspettando notizie dalla zona di guerra. L’esercito dei Filistei aveva sconfitto le forze d’Israele e 30.000 fanti erano stati massacrati. Il resto dell’esercito era nello scompiglio. Inoltre, cosa peggiore, l’arca di Dio era stata presa e i due figli di Eli erano stati uccisi in battaglia. Un messaggero della tribù di beniamino sfuggito alla carneficina corse a riferire a Eli la brutta notizia.
“Israele è fuggito davanti ai Filistei; vi è stata una grande strage fra il popolo; anche i tuoi due figli, Ofni e Fineas, sono morti e l’arca di Dio è stata presa” (1 Samuele 4:17).
Eli fu stordito. Il suo cuore cominciò a battere furiosamente, poiché “tremava per l’arca di Dio”. “Appena udì menzionare l’arca di Dio, Eli cadde dalla sedia all’indietro, accanto alla porta; si ruppe la nuca e morì, perché era un uomo vecchio e pesante” (1 Samuele 4:18).
Egli cadde all’indietro, si fratturò il collo e morì. Come? Perché era vecchio? Sì, in parte! Ma la Bibbia aggiunge che era “pesante”. Di solito i vecchi che cadono dalle sedie non muoiono. Sono sicuro che le tragiche notizie e la sua età contribuirono alla sua morte. Ma, in parte, egli morì perché “era pesante”. Sono convinto che ci sono persone oggi le quali si stanno suicidando con la gola proprio come fece Eli. Esse non si taglierebbero ma i polsi né ingoierebbero una dose letale di pillole. Ma le stesse forze che spingono certe persone a togliersi improvvisamente la vita, ne inducono altre a farlo lentamente. Non con un’arma da fuoco, ma con la forchetta. Ci si sente scoraggiati e allora si mangia. Tutto va male e si mangia. Le belle cose che si desiderano ardentemente e per le quali si prega non sembrano arrivare e allora si mangia. Non si riesce riesce a trovare l’amore allora si mangia. Qualcosa che sembra tanto sicura da essere a portata di mano scoppia in faccia come una bolla di sapone e si mangia. Una potente forza interiore spinge a consumare cibo. Lo si divora con passione. Si tratta di una vera mania, come le droghe, l’alcol o il tabacco. In tali mani, una forchetta diventa un’arma mortale. Ogni specie di bisogno interiore si proietta in una invincibile bramosia di cibo. E spesso le cose sfociano in una morte per “overdose” di calorie.
Non dimenticherò mai la ragazzina pietosamente obesa che mi chiedeva di aiutarla a vincere un tormentoso desiderio di suicidarsi. Ella era così sovrappeso così grassa che a mala pena riusciva a camminare. “Mi guardi”, diceva, “sono grassa e brutta. Gli altri ragazzi mi prendono in giro e mi affibbiano dei nomignoli. Ma dentro di me c’è una ragazza del tutto simile alle altre. Ho gli stessi bisogni e desideri che hanno anche tutte le belle ragazze. Io non sono un aborto della natura. Io non voglio essere così. Voglio liberarmi di tutto questo grasso. Ma niente di quello che faccio funziona. Mi sento condannata per il resto della mia vita. Ecco perché continuo a pensare al suicidio. Almeno quello è un modo sicuro per fermare quest’agonia”. Avrei voluto piangere. Principalmente perché oggi incontro tanti come lei ovunque vado. Si tratta di persone terribilmente obese e, di conseguenza, si disprezzano. Avrete sentito dire: “La gente grassa è allegra”. non credeteci! Nell’intimo sanno che c’è un’altra personalità, un altro corpo, libero e grasso. L’allegria è solo una maschera. Le persone grasse sono ferite dagli scoppi di risa, dai bisbigli alle loro spalle, dai rifiuti subiti. Troppo spesso quelle ferite sono così profonde che portano al suicidio. La ragazza obesa ammetteva di essere totalmente sregolata nelle sue abitudini alimentari. Faceva continui spuntini. Affermava di aver tentato di fare una dieta, ma poiché non riusciva a perdere peso abbastanza in fretta si era scoraggiata e aveva ripreso a mangiare ancora di più. Era un circolo vizioso. Come Eli, il giudice d’Israele, essa “allentò i freni”. Il freno è un “atto per non ricadere”. Oggi nessuno vuole essere obeso. Le ghiandole hanno ben poco a che fare con ciò. Esse sono soltanto un alibi per mascherare il vero problema. Il problema è l’accesso alimentare. Esso è provocato da un appetito smodato. Si tratta di una morte lenta, un suicidio a rate o comunque vogliate chiamarlo. La soluzione? Prendetevela con voi stessi. Dio disse a Daniele: “Controllati!” A Giobbe Dio disse: “Frenati! Disponiti a cambiare”. Per tutte le persone grasse il messaggio è: “Smettetela di piangere! Svegliatevi e riusciteci! Frenatevi! Andateci piano con il cibo! Evitatelo! Incominciate oggi stesso, in questo stesso momento, neppure un minuto più tardi. Perché uccidervi?”
Non vi serve un miracolo. Non è nemmeno di preghiera che avete bisogno. Ma solo di indignazione contro le vostre sciocche abitudini, una santa collera contro la schiavitù del cibo. La vostra visione della vita cambierà completamente, gli amici vi rispetteranno e la disciplina influenzerà ogni settore della vostra vita.
David Wikerson
E’ chiaro che il predicatore Wilkerson, viveva in America, dove esiste un’altra realtà. Su dieci persone 2-3 sono obesi, una percentuale molto alta, dovuto anche agli scarsi ed economici cibi dei fast food, che sono ad ogni angolo di strada. Ma comunque non dimentichiamoci che in Italia, ogni anno muoiono moltissime persone per infarto, Ictus e tante altre malattie degeneranti. Faremmo bene a renderci conto che il cibo, benché squisito, spesso è un silenzioso Killer.
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