Non maledire il re, neppure con il pensiero; e non maledire il ricco nella camera dove dormi; poiché un uccello del cielo potrebbe spargerne la voce e un messaggero alato pubblicare la cosa. (Ecclesiaste 10:20)
Non si devono insultare né i fratelli e neppure le persone del mondo, neanche col pensiero.
Forse pensi che nessuno ti stia ascoltando, ma anche i muri hanno orecchie e qualche uccello insospettabile potrebbe portare il messaggio fino al palazzo reale. Le indiscrezioni riescono a farsi spuntare le ali.
Come non si devono oltraggiare le autorità preposte da Dio a governare questa nazione come invece fanno per esempio spesso coloro che manifestano in piazza contro il governo per questa o quell’altra decisione che a loro pare sbagliata.
Gli oltraggiatori non erediteranno il regno di Dio: “…né ladri, né avari, né ubriachi, né oltraggiatori, né rapinatori erediteranno il regno di Dio” (1Corinzi 6:10).
Le parole di maldicenza sono capaci di rovinare: individui, famiglie e comunità, anche se dette sotto voce o all’orecchio di un amico, giungono lontano. Parole insidiose e pericolose, che hanno potuto appannare anche se di poco una reputazione: parole calunniatrici, spesso senza fondamento, di giudizio, taglienti o addolcite, anche raccontate con noncuranza, esse porteranno ciascuna dei frutti velenosi. E non si possono riacchiappare le parole, che abbiamo lasciato cadere tra gli uomini. “Perciò tutto quello che avete detto nelle tenebre, sarà udito nella luce; e quel che avete detto all’orecchio nelle stanze interne, sarà proclamato sui tetti” (Luca 12:3).
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