TESTIMONIANZA-La mia vita ora ha un senso

Mi chiamo Pierluigi Greci, sono nato e vivo a Parma, ho sessantatré anni, e
desidero testimoniare della mia esperienza con il Signore.

Sono cresciuto in una famiglia seguace della religione tradizionale, i
miei genitori sono sempre stati molto severi nell’insegnamento
morale per cui ho imparato a essere una persona semplice, altruista,
sensibile e disponibile verso gli altri.

Fino all’età del servizio militare ho frequentato ambienti religiosi,
ma una volta congedato, ho scelto gli ambienti politici.

A ventisette anni mi sono sposato e, facendo tesoro degli insegnamenti
trasmessi dai miei genitori, ho cercato sempre di essere un buon
padre e un buon marito.

Quando ero ancora molto giovane, l’azienda presso cui lavoravo ha fatto un
prepensionamento, ed io ho raggiunto la messa in quiescenza. Mi sono
dato al volontariato, trovando certamente gratificazione, ma
cominciando a chiedermi se tutta la vita trascorsa, e quella
rimanente, aveva un senso. Noi veniamo al mondo, cresciamo,
lavoriamo, traffichiamo, andiamo a cercare i piaceri della vita, ma
un giorno tutto si spegne, e a quel punto tutto il tempo trascorso
trova una giustificazione?

Erano pensieri che si fissavano nella mia mente, finché un giorno entrò
in casa mia un parente portando una certa dottrina, poi trascorso un
certo tempo ne portò un’altra ancora, e così via, mettendo in me
confusione. Però una sera si mise a parlare di un Gesù diverso da
quello che avevo sentito fino a quel momento, un Gesù vivente, non
appeso a una croce come lo vedevo io, ma che bussava alla porta del
mio cuore. Rimasi restio davanti a questi discorsi, perché
consideravo le sue altalenanti esperienze, tuttavia accettai un suo
consiglio: iniziai a leggere la Bibbia e dentro me stesso volevo
vedere se in questo libro avrei trovato la verità. Così partendo
dal Vangelo di Giovanni iniziai quest’esperienza, e confesso che
sin dai primi capitoli cominciai a entrare in una profonda crisi, che
cresceva sempre di più a mano a mano che approfondivo la lettura.
Rimanevo sino a tarda notte immerso nella lettura, poi stanco, andavo
a letto ma non trovavo sonno pensando a ciò che avevo letto. Ho
anche trascorso un periodo in cui mi sono rifiutato di leggere per
far tacere la mia coscienza. Però, a mia insaputa, Dio continuava a
bussare al mio cuore, e allora tornavo alla Parola di Dio cercando
giustificazione alla mia vita, perché io tutto sommato mi sentivo un
giusto, in quanto giudicavo la mia vita paragonandola con quella
degli altri. Consideravo la mia moralità e le mie capacità, un
punto a mio favore, finché lessi un versetto nel libro di Isaia al
capitolo 64 il versetto 6: “La nostra giustizia davanti a Dio è
come un abito sporco
”. Lessi anche che in paradiso entreranno,
come dice sempre la Scrittura, soltanto quelli che avranno imbiancato
le proprie vesti nel sangue dell’Agnello cioè Cristo Gesù.

Il mio cuore si è aperto al Signore, ho chiesto a Lui il perdono dei miei
peccati e per fede ho afferrato il Suo perdono. Poco tempo dopo il
Signore mise davanti a me una sorella in Cristo, collega di lavoro di
mia moglie, che m’invitò nel locale di culto della mia città. Da
quel giorno onoro e servo il Signore nella chiesa evangelica di Parma
e voglio farlo sino alla fine dei miei giorni.

 

Pierluigi

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