“Tutti gli abitanti della terra sono un nulla davanti a lui; egli agisce come vuole con l’esercito del cielo e con gli abitanti della terra; e non c’è nessuno che possa fermare la sua mano o dirgli: Che fai?” (Daniele 4:35)

Oggi Dio è diventato un Essere impotente ed effeminato che non suscita rispetto alcuno da un uomo che solo pensi. Il Dio che va per la maggiore oggi nei pulpiti è oggetto di commiserazione, più che di timore e rispetto.
Dire che Dio è sovrano significa dichiarare che Egli “domina sulle nazioni” (Salmo 22:28), che è Lui a far sorgere e a abbattere imperi, Lui a determinare il corso di intere dinastie, come Gli pare meglio. Dire che Dio è sovrano significa dichiarare che Egli è il “beato e unico sovrano, il Re dei re e Signore dei signori” (1 Timoteo 6:15). Negare la sovranità di Dio significa incamminarsi su un sentiero che, se percorso sino alla fine, conduce solo all’ateismo puro e semplice. L’ostinazione a negare la sovranità di Dio è simile a quella di Nabucodonosor che vantava la forza, la potenza e la gloria della sua propria maestà e che Dio deve piegare finché egli si renda conto che tutto dipende da Dio e che Egli, e non lui, è sovrano. Dio gli dice: “Sappi, o re Nabucodonosor, che il tuo regno ti è tolto; tu sarai scacciato di mezzo agli uomini e abiterai con le bestie dei campi; ti daranno da mangiare erba come ai buoi, e passeranno sette tempi sopra di te, finché tu riconoscerai che l’Altissimo domina sul regno degli uomini e lo dà a chi vuole” (Daniele 4:32). L’unica cosa ragionevole è la sovranità di Dio, non la sovranità dell’uomo nella sua stupefacente arroganza. La ragionevolezza degli uomini è irragionevolezza nei confronti di Dio. La sovranità di Dio è assoluta, irresistibile, infinita. Quando diciamo che Dio è sovrano, noi affermiamo il Suo diritto di governare l’universo, che ha creato per la Sua propria gloria, proprio come Egli ritenga più opportuno di fare. Noi affermiamo che il Suo diritto è il diritto del Vasaio sull’argilla, vale a dire il fatto che Egli possa modellarla in qualunque forma a Lui piaccia. “…Poiché chi può resistere alla sua volontà? Piuttosto, o uomo, chi sei tu che replichi a Dio? La cosa plasmata dirà forse a colui che la plasmò: ‘Perché mi hai fatta così?’ Il vasaio non è forse padrone dell’argilla per trarre dalla stessa pasta un vaso per uso nobile e un altro per uso ignobile? Che c’è da contestare se Dio, volendo manifestare la sua ira e far conoscere la sua potenza, ha sopportato con grande pazienza dei vasi d’ira preparati per la perdizione, e ciò per far conoscere la ricchezza della sua gloria verso dei vasi di misericordia che aveva già prima preparati per la gloria cioè verso di noi, che egli ha chiamato non soltanto fra i Giudei ma anche fra gli stranieri? (Romani 9:19-24). Se Dio è il vasellaio, non è forse libero di fare ciò che vuole? Uno che non possa fare ciò che vuole e portare a compimento ciò che gli piace, non può essere Dio. Poiché Dio ha una volontà per attuare ciò che ritiene buono, ed ha anche la potenza per compiere la propria volontà. La potenza di Dio è quella capacità e forza che Egli possiede, di portare a compimento ciò che gli piace, qualsiasi cosa decisa dalla Sua infinita saggezza e qualsiasi cosa la purezza della Sua volontà possa decidere – come la santità e la bellezza di tutti gli attributi di Dio, così la potenza è quella che dà vita ed azione a tutte le perfezioni della natura divina.
Noi affermiamo che Egli non è soggetto a legge alcuna che stia fuori dalla Sua propria volontà e natura, e che non abbia obbligo alcuno di rendere conto del suo operato a chicchessia, vero?
Purtroppo la volontà di Dio, viene in pratica, molte volte SOTTOMESSA e vanificata dalla volontà dell’uomo. In altre parole, il Signore che può fare ogni cosa, che ha fatto i cieli e la terra e che nessuno può dirGli cosa fai e perché lo fai, ne esce sconfitto dalla volontà dell’uomo, il quale è un filo d’erba. Per costoro, Dio è al servizio dell’uomo e non il principale agente di tutte le cose.
Costoro si sono fatti un dio a loro misura, che sta alle loro dipendenze, anziché ritenersi loro stessi alle dipendenze di Dio e sottomettersi umilmente ad ogni Sua volontà.

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