Vogliamo presentarvi la testimonianza di un fratello Indiano-Sundar
Vivere per Cristo significa…
Sundar è nato nel Punjab in India. Sua madre era una donna molto religiosa che nutriva Sundar nelle nobili tradizioni dei sikh.
Quando Sundar raggiunse l’età di quattordici anni, la madre e il fratello maggiore scomparirono lasciando in lui un senso di disperazione e inquietudine spirituale.
Cominciò così una profonda ricerca riguardo quale fosse il senso della vita fino al momento in cui, una notte, chiese a Dio di apparirgli. Desiderava ricevere una rivelazione divina in grado, una volta per tutte, di porre fine ai dubbi e all’angoscia che lo attanagliava. La sofferenza era tale che se Dio non si fosse mostrato, si sarebbe tolto la vita gettandosi sotto al treno che ogni mattina passava vicino al suo villaggio. Sundar era serio e convinto nella sua decisione: o la rivelazione o la morte.
Quella stessa notte, mentre pregava intensamente, si rese conto che una luce splendente riempiva la sua stanza. Guardò fuori per controllare da dove provenisse ma non vide nulla. Poco a poco la luce prese la forma di una palla di fuoco fino ad arrivare ad una sagoma di uomo. Ecco la rivelazione! Convinto che Dio si fosse appena mostrato ai suoi occhi, Sundar si gettò con la faccia a terra e donò la sua vita a Gesù. Improvvisamente un senso di pace riempì il suo cuore turbato.
I mesi successivi furono molto duri per lui, la sua decisione di seguire Gesù non venne presa bene né dalla famiglia né, tanto meno, dalla comunità in cui viveva. Venne cacciato dal villaggio e così decise di fare un voto: donare tutto a Dio spogliandosi dei suoi averi per diffondere, scalzo, la Sua Parola.
È questo il motivo per cui Sundar venne chiamato “l’apostolo dai piedi sanguinanti”.
I suoi piedi erano spesso coperti da vesciche sanguinose a causa del lungo
cammino che percorreva scalzo ogni giorno.
Nel suo diario scrisse: “È facile morire per Cristo, ma è difficile vivere per Lui. La morte richiede al massimo una o due ore, mentre vivere per Cristo significa morire a sé stessi ogni giorno“.
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