“l’uomo naturale non riceve le cose dello Spirito di Dio” (1Corinzi 2:14)
Egli oppone una tale resistenza a riceverle che la mente giustifica la ribellione del cuore rappresentandole come pazzia, perché “non gli piace”. Vede le cose dal punto di vista degli uomini.
Resiste all’apprendimento, a prescindere da quanto sia efficace l’insegnamento, si basa sulle preferenze personali.
Questa ribellione è così completa che di fatto il cuore non riceve le cose dello Spirito.
Prende la decisione di non rinunciare a realizzare sé stesso, i propri sogni, all’autosoddisfazione, al proprio successo personale, e di conseguenza rifiuta di seguire Cristo.
L’uomo naturale è colui che intellettualmente riconosce che Gesù è morto per i suoi peccati, ma non ha in sé la vita nuova che gli permette di avere una relazione con Dio e gli permette di seguirLo.
È colui che non è disposto a rinunciare al proprio svago, al proprio comfort e al proprio tempo libero.
È un orgoglioso della sua superiorità dottrinale, a modo suo cade nell’errore che si chiama “letteralismo”, cioè la nuda ortodossia che, legata alla “lettera”, pensa di poter comprendere senza lo Spirito Santo. È istruito secondo la Parola, ma non istruito secondo lo Spirito. Egli concepisce la verità come qualche cosa che si può afferrare con la sola mente.
La prova dell’uomo naturale è anche la divisione nella comunità. Se un “cristiano” manifesta contese e discordia, non ricercando e rifiutando la pace con tutti e l’amore, è un uomo naturale che non comprende le cose dello Spirito di Dio.
Oggi si ha l’impressione che ci si accontenti di professioni di fede verbali che non hanno però riscontri pratici evidenti.
La differenza tra il cristiano e la persona che professa soltanto la fede è sempre meno netta.
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