Attaccamento alla Parola di Dio
Dove c’è un risveglio biblico c’è un profondo attaccamento alla Parola di Dio e ci sono molte Bibbie in circolazione
Il re Ezechia “si tenne unito al Signore, non cessò di seguirlo, e osservò i comandamenti che il Signore aveva dati a Mosè” (2 Re 18:6).
Una delle cose più evidenti che accade in un risveglio biblico è proprio il profondo attaccamento alla Parola di Dio.
Dove c’è risveglio ci sono molte Bibbie in circolazione e i credenti bramano la Parola di Dio.
Oggi, grazie a Dio, viviamo tempi in cui la conoscenza non manca e chiunque vuole, può studiare la Parola.
Il vero problema non è la conoscenza della Parola, quanto il metterla in pratica.
La passione che il re Ezechia dimostrò per la Parola divina, dimostra che era sulla via per un vero risveglio spirituale.
Se nella nostra vita, nella nostra famiglia, nella nostra chiesa vogliamo vivere il risveglio, dobbiamo conoscere e praticare “tutto l’Evangelo”, perché la via del risveglio è lastricata con la Parola di Dio.
Un attaccamento voluto
L’attaccamento di Ezechia alla Parola non era casuale, il suo impegno verso il Signore
non cambiava secondo le circostanze.
Egli si era impegnato nell’osservare la Parola con tutto se stesso, aveva deciso di camminare unito al Signore, di seguirlo sempre, a qualsiasi costo (2 Re 18:6).
Già da molto tempo il popolo di Giuda, sul quale regnava, aveva deviato dalle vie del Signore e nessuno ormai faceva più caso alle vie malvagie.
La loro consolazione derivava dal fatto che tutti si comportavano allo stesso modo, perciò non c’era niente di strano se anche loro facevano lo stesso. Ezechia, invece, operò una scelta di vita: rimanere attaccato alla Parola di Dio.
Un attaccamento assoluto
L’attaccamento di Ezechia alla Parola divina fu assoluto.
Non gli importava se fino a quel momento si fosse fatto in modo diverso, non gli importava come si comportassero gli altri, cosa facesse la maggioranza, a lui interessava essere trovato fedele dal Signore.
Ezechia capì che quello che bisognava fare non era determinato dalla volontà della maggioranza, ma dalla Parola di Dio: “…osservò i comandamenti che il Signore aveva
dati a Mosè” (2 Re 18:6).
Non scelse la logica del mondo di allora, non seguì la scia che lasciava la maggioranza, scelse la logica di Dio, cioè di vivere osservando e praticando la Parola divina.
Ezechia non avrebbe mai visto un grande risveglio in Giuda se non si fosse impegnato a osservare “i comandamenti che il Signore aveva dati a Mosè”: il problema del suo popolo era la disubbidienza alla Parola di Dio e l’unico modo per recuperare le benedizioni divine era ritornare ad ubbidire alla Parola.
Un attaccamento possibile
Ogni cristiano ha bisogno di comprendere che Dio non chiede l’impossibile.
Spesso alcuni, per scusare la loro infedeltà, dicono che “sono fatti di carne”, che “nessuno è perfetto”…
Certamente nessuno è perfetto, ma ognuno ha la possibilità di scegliere se praticare o no la Parola di Dio.
Il Signore, ancora oggi, continua a dire: “Questo comandamento che oggi ti do, non è troppo difficile per te, né troppo lontano da te” (Deuteronomio 30:11).
Dio non ci chiede qualcosa che non possiamo fare, ci chiede solo di fare la cosa giusta.
Il fallimento di molti non ha nulla a che vedere con l’impossibilità di ubbidire alla volontà di Dio, molti falliscono perché scelgono di soddisfare i desideri della carne.
Tutti i comandamenti del Signore, in definitiva, si riducono soltanto a due: ama il Signore con tutto il tuo essere; ama il prossimo tuo come te stesso.
Rispettare, vivere la Parola è possibile, perché come dice il Signore: “…questa Parola è molto vicina a te; è nella tua bocca e nel tuo cuore, perchè tu la metta in pratica” (Deuteronomio 30:14).
Un attaccamento responsabile
Il Signore ci richiama ad essere responsabili, ci comanda di fare la cosa giusta: “…io ti comando oggi di amare il Signore, il tuo Dio, di camminare nelle sue vie, di osservare i suoi comandamenti…” (Deuteronomio 30:16).
Dio non ci invita solo a conoscere la vera dottrina, ci esorta anche a praticarla.
Egli ci ritiene responsabili delle nostre scelte, perciò ognuno vive le conseguenze delle proprie decisioni: “Vedi, io metto oggi davanti a te la vita e il bene, la morte e il male… se il tuo cuore si volta indietro, e se tu non ubbidisci ma ti lasci trascinare a prostrarti davanti ad altri dei e a servirli, io vi dichiaro oggi che certamente perirete, e non prolungherete i vostri giorni nel paese del quale state per entrare in possesso…” (Deuteronomio 30:15,17-18).
Dio ci mette davanti le due vie e ci chiede di scegliere responsabilmente quale seguire.
Ognuna raggiunge una meta: la vita o la morte.
Un attaccamento consigliato
Dio conclude il Suo insegnamento su ciò che buono e su ciò che è male dando all’uomo il consiglio di scegliere la vita.
Egli non ti costringe a fare la Sua volontà, non ti costringe a vivere la Parola, te lo consiglia vivamente, il Suo consiglio è chiaro: “…scegli la vita, affinché tu viva, tu e
la tua discendenza” (Deuteronomio 30:19).
Che scelta hai fatto?
Ezechia abbandonò il sentiero della morte che Acaz, suo padre, aveva seguito e accettò il consiglio di Dio, scelse l’ubbidienza alla Sua Parola, scelse la vita.
Non può esserci alcun risveglio spirituale se non si sceglie di rimanere attaccati alla Parola di Dio.
Hai scelto come tuo stile di vita la Parola?
Hai scelto di uniformarti ad essa?
Se lo farai, vivrai un potente risveglio.
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