PERICOLO MINE

Un professore universitario narra di essere stato invitato un anno, a parlare a una base militare e di avere incontrato un soldato indimenticabile di nome Raffaele che era venuto a prenderlo all’aeroporto.

Dopo essersi presentati, si diressero verso il ritiro bagagli.

Mentre camminavano per la sala, Raffaele continuava a sparire: una volta per aiutare una vecchia signora a cui si era aperta la valigia; un’altra volta per prendere in braccio due bambini piccoli e sollevarli in modo che potessero vedere Babbo Natale; e poi di nuovo per dare delle indicazioni a qualcuno che si era perso.

Ogni volta tornava con un grande sorriso sul volto.

«Dove hai imparato a fare queste cose?», chiese il professore.

«A fare che cosa?», disse Raffaele.

«Dove hai imparato a vivere così?»

«Oh», disse Raffaele, «durante la guerra, suppongo».

Poi raccontò al professore che era stato in Vietnam, dove gli era stato dato l’incarico di togliere le mine dai campi minati, e lì aveva visto saltare in aria i suoi amici, uno dopo l’altro, sotto i suoi occhi.

«Ho imparato a vivere fino in fondo ogni momento, fra un passo e l’altro», disse.

«Non sapevo mai se quello successivo sarebbe stato l’ultimo, perciò imparai a sfruttare al massimo ogni singolo istante fra quando alzavo un piede e quando lo poggiavo di nuovo per terra. Ogni passo era un mondo intero, completamente nuovo, e penso di aver mantenuto questo atteggiamento da allora in poi».

L’abbondanza della nostra vita non è determinata dalla lunghezza della nostra esistenza, ma dal modo in cui viviamo.

Cristo fa sì che possiamo vivere una vita abbondante, se scegliamo di viverla nel momento presente: “Sono stato crocifisso con Cristo: non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me! La vita che vivo ora nella carne, la vivo nella fede nel Figlio di Dio il quale mi ha amato e ha dato sé stesso per me” (Galati 2:20).

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