Egitto: negata la scarcerazione ad un cristiano
Dopo aver trascorso gran parte della sua vita maltrattato, nascosto o in carcere, Mohamed Hegazy, un cristiano convertitosi dall’islam, non sa cosa aspettarsi dal futuro. Rimane in prigione, senza spiegazioni, nonostante abbia già scontato la propria pena.
Mohamed Hegazy è conosciuto per essere stato il primo egiziano a chiedere apertamente, nell’agosto del 2007, che venisse cambiata la voce riguardante la religione (da musulmano a cristiano) sulla propria carta d’identità. In questo modo vorrebbe evitare a suo figlio tutto ciò che ha dovuto sopportare sulla propria pelle. L’indicazione della religione di appartenenza è infatti un requisito obbligatorio sulla carta d’identità egiziana e definisce l’esistenza civile dell’individuo e della sua famiglia.
Il giovane uomo è attualmente in carcere per “oltraggio” all’islam ed è stato condannato sei mesi fa, nonostante i termini per la prescrizione del suo caso fossero scaduti nel 2009. Le altre 2 accuse che lo riguardavano erano già state cancellate in precedenza.
Hegazy ha scelto di seguire Cristo all’età di 16 anni. Successivamente, nel 2002, è stato per un breve periodo incarcerato e torturato dall’SSI (Servizi Investigativi per la sicurezza dello Stato) e, dopo questa esperienza, ha vissuto in clandestinità con la propria famiglia. Arrestato di nuovo a dicembre del 2013, durante una protesta di piazza a Minya, è stato condannato a cinque anni di carcere con accuse che includevano la diffusione di informazioni false volte a “danneggiare il pubblico interesse”. La condanna originaria è stata in seguito ridotta ad un solo anno, che risulterebbe già scontato, ma i servizi di sicurezza nazionale hanno continuato a tenerlo in carcere.
Diversi gruppi a difesa dei diritti umani, hanno provato a fare pressione sulle autorità egiziane perché venisse risolto il caso di Hegazy, ma la sua situazione non è migliorata, anzi, abbiamo notizia di maltrattamenti e umiliazioni, oltre allanegazione di diritti basilari come le visite regolari da parte del suo avvocato.
Nonostante la nuova costituzione egiziana, approvata a gennaio del 2014, si impegni al rispetto della libertà di credo e della dignità umana, i cristiani, soprattutto quelli provenienti da un background musulmano, vivono continuamente maltrattamenti fisici e soprusi.
Inoltre gruppi terroristici vicini ai “Fratelli Musulmani” (dichiarati illegali dal Presidente al-Sisi dal 2013), nel tentativo di destabilizzare il Paese, continuano ad effettuare attentati mirati.
Ci giunge forte la voce dei cristiani locali che chiedono preghiera e aiuto per una situazione che continua a rimanere tesa.
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