“Chi è costui che oscura i miei disegni con parole prive di senno? Cingiti i fianchi come un prode; io ti farò delle domande e tu insegnami!” (Giobbe 38:2-3)
La parola “prode” significa uomo, connotando per l’occasione non la fragilità, ma la sua forza, l’uomo come combattente, o ad un viaggio. Dio invita Giobbe ad un viaggio, ad un pellegrinaggio, ad uscire da sé stesso, a camminare con Lui, a tuffarsi in un percorso di fede attraverso il creato.
Dio usa un velo di ironia nei confronti di Giobbe per sfidarlo alla lotte. Ma Giobbe rimase in silenzio, ed incomincia a saper ascoltare.
Ecco, Giobbe, davanti a te, avvolto nel vento c’è Dio che cercavi, si è fatto trovare da te: parla adesso, non volevi farGli tante domande? L’incontro è avvenuto, ma Giobbe tacce. Il semplice fatto della presenza divina, della Sua parola che non cancella il dolore delle piaghe, ma che dà un senso alla esistenza e per tanto anche alla esistenza del dolore, è già una prima risposta alle domande impetuose di Giobbe. Notate questa domanda imperativa del creatore alla creatura: “Dov’eri tu quando?”
L’ascoltare và oltre il puro e semplice sentire. Non è soltanto prestare attenzione per ottenere conoscenza, ma è soprattutto aprire il cuore e la mente all’ubbidienza.
Chi urla di più e schiamazza le proprie ragioni, è colui che meno ha ragione. Chi teme Dio diviene sempre meno fiducioso di sé medesimo.
Dio risponde alle domande di Giobbe con altre domande. Non dà una risposta univoca, soddisfacente, chiara e distinta, cioè Dio non lo schiaccia con la sua verità, ma lo aiuta a trovare in quelle domande una risposta provvisoria al problema della sua sofferenza, nell’attesa di una più completa conoscenza.
Dio ha per tanto un disegno iniziato con la creazione, un progetto rivelato nella storia delle nazioni e degli individui. Giobbe, nella sua ignoranza, ha messo in discussione questi piani di Dio.
Dio guida Giobbe nella boscaglia di domande che lo assalgono, perché se ne renda conto che c’è un progetto, un piano divino, che si svolge nel TEMPO e nello SPAZIO.
Alla luce di quello che Dio ha detto, riconosce che i suoi argomenti non hanno consistenza, che per lui, è più saggio tacere, si sente confuso e ha la sensazione d’aver peccato d’audacia e d’insolenza. E con questo tono, il Signore continua finché Giobbe crolla del tutto!
Di fronte alla grandiosità, alla trascendenza dell’opera divina, resta senza fiato, senza poter replicare. È umiliato, annichilito; il risultato di questa situazione è una profonda conversione.
Una delle patologie che affliggono una mente ammalata e avida di presunzione, di potere e successo è l’ansia. Una persona ammalata di ansietà manifesta inquietudine, turbamento, trepidazione, incertezza, apprensione, sospetto. Questa nevrosi spirituale trasforma queste persone in essere negativi che considerano il presente una continua incertezza ed il futuro un evento buio.
Tu non puoi capire, né rispondere a tutte le domande che Dio ti rivolge attraverso il creato. Devi rimettere la tua vita nelle mani di Dio: perché tutto il creato è nelle Sue mani, sotto la Sua guida, governo e protezione.
Quando il vento della prova soffia leggero o impetuoso nella nostra vita, dobbiamo ancora di più ancorarci a Dio, per comprendere gli obiettivi che Egli desidera raggiungere in noi, facendoci in questo modo maturare e crescere. Quella storia ci insegna che le più preziose rivelazioni e consolazioni di Dio possono arrivarci proprio “dal seno della tempesta”. Egli vuole farci crescere. Vuole rivelarsi in modo più alto e profondo di quanto possa essere fatto in altri modi.
Dio “agisce come vuole con l’esercito del cielo e con gli abitanti della terra; e non v’è alcuno che possa fermare la sua mano o dirgli: Che fai?” (Daniele 4:35), e che Egli “non rende conto d’alcuno dei suoi atti” (Giobbe 33:13).
Nella nostra vita nulla ci può succedere senza il volere di Dio. Dio ha un piano verso di noi e il suo piano sussisterà; ci piaccia o non ci piaccia il suo piano verso di noi sarà da lui mandato ad effetto. Tenete sempre presente che Dio è infinitamente saggio e sa perfettamente quello che fa. Non è un Dio sbadato che fa le cose a casaccio, ma le fa per delle precise ragioni che anche se non conosciamo sono giuste.
Di fronte a Dio nessuno è esperto. Di conseguenza chi se ne crede esperto è un povero pazzo.
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