“Non rendete a nessuno male per male” (Romani 12:17)
Quando un bambino riceve uno spintone da un fratellino, di solito la sua prima reazione è restituirlo. Purtroppo non sono solo i bambini a comportarsi così. Molti adulti fanno lo stesso. Se vengono offesi, vogliono vendicarsi. È vero, la maggior parte degli adulti non darà uno spintone letterale, ma molti lo faranno in modi più sottili: forse diffonderanno incomprensioni, invidie, pettegolezzi, maldicenze, false testimonianze ai danni dell’offensore o cercheranno di mettergli i bastoni tra le ruote. In ogni caso l’intento è lo stesso: contraccambiare l’offesa.
Il cristiano che con l’impulso risponde al male sotto qualunque forma sia, non è un cristiano innestato con Cristo. Se dalla sorgente scorre l’acqua dolce, mica si trasforma in amara! La spontaneità, potremmo dire l’impulso del cristiano, sarà quello di rispondere con il bene al male. Il cristiano non può mai dimenticare ciò che Gesù Cristo ha manifestato e offerto su quella croce: l’amore e il perdono.
La vendetta, la retribuzione và lasciata a Dio. Però attenzione: il lasciare a Dio non significa pensare a trargli addosso la vendetta di Dio e pregare per la vendetta, cerchiamo di non distorcere il significato, altrimenti si commette lo stesso errore di prima, cioè rendere male per male, schiavi dal desiderio di vendetta. La giustizia di Dio non si pratica con il dissidio e la collera. Qualsiasi interferenza da parte nostra sarebbe il colmo della presunzione.
Se la mia collera ti manda in collera, ti sei lasciato vincere dal male. Un scienziato ed educatore George Washington Carver una volta disse: “Non permetterò mai che una persona mi rovini la vita costringendomi ad odiarla”. Nulla è più ripugnante dell’aspetto di un uomo arrabbiato e niente è più brutto di un volto spietato.
Il vero cristiano non darà mai occasione ad inimicizia e ad offese, occasione a rotture, né invelenirle se avvengono, ma adoperarsi ad evitarle ed a sanarle, poiché vive in pace con tutti gli uomini senza favoritismi. Solo il bene può interrompere la spirale senza fine dell’odio e dell’umano desiderio di vendetta. Parlare di perdono è parlare di accoglienza, del vero amore che accoglie l’altro così com’è e che si dona senza pretese di contraccambio.
Se manca questo allora la nostra fede si riduce solo a una bella etichetta, a un bel vestito, al nome, all’apparenza, ma non intimamente.
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