VIVERE COME I FANCIULLI
Ci sono ancora troppi pregiudizi perché tutti ci siamo fatti volontariamente prigionieri, e abbiamo finito con l’amare la nostra prigione e trasmetterla ai nostri figli.
Le paure degli adulti comportano una iper-protezione dei bambini, che impedisce loro di vivere la vita e ne comprime le energie.
Noi dobbiamo ai bambini una riparazione più che una lezione. Dobbiamo guarire le ferite inconscie, le malattie spirituali, che già si trovano in questi piccoli.
Bisogna prestare molta attenzione a non portare i nostri pregiudizi di adulti nell’imporre le proprie idee e preconcetti e neanche pregiudizi nelle attività da svolgere.
Il lavoro più grato ai bambini, non è quello della semina, ma piuttosto quello del raccolto. È il raccolto che, si può dire, intensifica l’interesse nella semina; tutti gli alberi fruttiferi si prestano ad analoghi lavori: la raccolta delle mandorle, delle fragole.
Anche i praticelli di erbe profumate sono di un interesse pratico: l’attività del bambino sta allora nel cercare, nel distinguere e nello scegliere le erbe di vario profumo.
Educare un fanciullo consiste nel sollecitare il fanciullo a esplorare la realtà, a sentirsi non solo spettatore ma coinvolto in quello che sta scoprendo, a guardare dentro i fatti per scoprire le cause.
I fanciulli sono liberi dai dogmi, dalle dottrine, non sono fondamentalisti, ed hanno quindi una mente duttile e ricettiva.
I fanciulli non sono così orgogliosamente sicuri di conoscere tutto della vita. Hanno ancora tutto da ricercare e ricevere. Non pretendono di saper tutto, né di essere gli unici a possedere la verità. Non si considerano i più forti, perché hanno momenti di esitazione. Accettano di essere educati continuamente e di dover ancora imparare.
I fanciulli non hanno potere né prestigio, sono la via, il passaggio obbligato, per vivere in comunione con Gesù Cristo.
La vera maturità spirituale sarà raggiunta quando sapremo vivere come i fanciulli.
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