LE ESSENZIALI CARATTERISTICHE DEL CRISTIANESIMO PRIMITIVO
L’altare del cristianesimo è la croce. Il suo tempio è l’insieme di tutti i cristiani. Certo, sono presenti coloro che avevano doni e funzioni che comprendevano la guida, l’educazione, l’amministrazione, e così via. Ma è una società formata da una sola classe.
In molte parti del mondo questo modello è stato invertito nel corso degli anni. Il cristianesimo si è rigidamente diviso tra clero e laici, tra chi amministra e chi no. Questo annulla una delle particolarità del cristianesimo primitivo. E fa anche sì che le comunità siano abbandonate se un leader non è, dai cristiani, stipendiato. Ecco, è così salutare ricordare che il cristianesimo primitivo non aveva alcun leader stipendiato e non sembra che se la cavasse troppo male a riguardo! Anche oggi vale la stessa cosa: un leader NON DEVE e NON PUÒ essere stipendiato dalle offerte dei cristiani, altrimenti si vive il filantropismo – che NON è il cristianesimo.
La seconda caratteristica del cristianesimo primitivo è la mancanza di potere. Non aveva un’organizzazione alle spalle, né aiuti. Non aveva segretarie, telefoni, televisioni, alcuna cosa che ci sembrano indispensabili. Non avevano immobili. Il vero cristianesimo trova che gli edifici ecclesiastici siano una fonte di problemi, eppure molti pensano di non poterne fare a meno. Il cristianesimo primitivo pensava di non poterne fare a meno. Anche la legge, all’epoca, pensava la stessa cosa! I cristiani non ebbero il permesso di possedere immobili fino alla fine del secondo secolo. Ma questo fu un enorme vantaggio: li mantenne mobili e non permise che si identificassero con gli edifici, né con il ruolo di amministratori di monumenti. Non avevano disponibilità economiche. Esattamente come il Maestro Cristo Gesù: né immobili né ricchezze.
Il cristianesimo primitivo non aveva insegnato i principi per condurre una campagna di evangelizzazione.
La terza caratteristica del cristianesimo primitivo è che era internazionale e interculturale. Non si parlava di Cristo insieme al contenitore culturale. In questo modo si evitò che il cristianesimo fosse identificato con una nazione o con un modello culturale particolari. Quindi si evitò ogni forma di imperialismo culturale e si manifestò la natura internazionale del nuovo movimento.
Un’altra qualità del cristianesimo primitivo è la coesione. I cristiani si amavano l’un l’altro, erano fedeli l’un all’altro. Non consideravano propri i loro beni: che messaggio per l’occidente e cristianesimo materialistico, tanto da creare divisioni e farsi guerra persino nei tribunali per l’accanimento ai propri, alle proprie proprietà.
Il cristianesimo deve essere, e deve essere visto, amore e sacrificio l’uno per l’altro. Altrimenti, come possono gli altri vedere il profumo di Cristo? Come possono integrarsi in una famiglia dove non c’è un ambiente caldo e amorevole? Non potranno mai entrare in un ambiente freddo dove è presente diffidenza, pregiudizio, discriminazione, preconcetto, divisione, contesa, rabbia, pettegolezzo, maldicenza, materialismo.
I pulcini non nascono per essere messi in celle frigorifere.
La vera comunione cristiana era vibrante, il loro stile di vita era attraente, il loro calore era così forte da essere contagioso. Questa è la vera testimonianza del cristianesimo e del suo messaggio. È necessario che il fuoco arda al centro, perché la gente intorno ne sarà scaldata e si avvicinerà. Bisogna, quindi, prestare attenzione alla qualità di vita.
Un’altra caratteristica del cristianesimo primitivo è la mobilità. Una famiglia come quella di Aquila e Priscilla un tempo è a Corinto, poi è a Efeso, poi è a Roma. Basti anche osservare i tanti movimenti che lo stesso Gesù Cristo ha eseguito. A questo punto, bisogna stare molto attenti all’interpretazione della frase “comune adunanza”, la quale non indica affatto un posto fisso. La parola “comune”, in questo contesto, non può essere interpretato e/o assumere il significato di un ente territoriale di base, o municipio. La famiglia spirituale di Dio – adunanza – è sparsa in tutto il mondo.
Oggi la nostra facilità di spostamento è di gran lunga superiore alla loro, eppure quanti cristiani sono letteralmente imprigionati dalla routine. Sono attaccati a tutte quelle cose che cospirano per inchiodarci un posto. Il cristianesimo primitivo mai ha avuto la tendenza a stare rinchiuso in un posto o in un contesto fisso, mai è stata formale.
Seguire le orme di Cristo Gesù vuol dire non avere dove posare il capo.
APPROFONDIMENTO
I primi cristiani avevano un metodo di argomentazione che svilupparono nei dibattiti con gli ebrei. Esso consisteva nel concentrarsi su alcuni aspetti della fede o del comportamento giudaici per sostenere che si erano discostati dal piano di Dio.
Stefano prende in esame l’aspetto del culto. Egli sostiene che Dio non aveva MAI voluto la costruzione di un tempio che la realizzazione aveva dato erroneamente al popolo un luogo fisso per il Dio vivente il quale non poteva essere circoscritto in questo modo.
Il discorso di Stefano si divide in quattro parti. Nella prima spiega che ai dei patriarchi il culto non era mai confinato a un solo luogo. Nella seconda racconta la storia dell’Egitto e della chiamata di Mosè che incontra Dio nel pruno ardente: ma non c’è tempio, né altare, né sacrificio a indicare il luogo. Nella terza, fa una breve sintesi delle peregrinazioni nel deserto, dove (malgrado l’incidente del vitello d’oro) il popolo aveva tutto ciò che gli serviva per adorare Dio adeguatamente: il tabernacolo MOBILE. L’idea del tempio fisso non era mai stata nella mente di Dio; ecco poi il punto cruciale del discorso di Stefano: ma Salomone gli costruì una casa. Fu allora che si instaurò una degenerazione! Quando Davide discute di un tempio con Natan, il profeta parlando per conto di Dio dice: “Io non ho abitato in una casa, dal giorno che feci uscire i figli d’Israele dall’Egitto. Ho viaggiato sotto una tenda, in un tabernacolo” (2Samuele 7:6). Successivamente, anche Salomone si rese conto che esso non avrebbe mai potuto contenere Dio (1Re 8:27).
I giudei ponevano la loro fede nelle cose sbagliate. Cercavano di limitare Dio, di addomesticarlo. Questa è l’accusa che Stefano rivolge loro. Egli aveva indebolito i loro presupposti e aveva dimostrato che avevano perso il treno definitivamente: non avevano capito cosa volesse dire adorare il Dio vivente.
In conclusione, nell’osservare il cristianesimo primitivo vediamo che molte cose sono separate dal cristianesimo moderno/odierno, mischiato al giudaismo.
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