PIETRA D’INCIAMPO
Smettiamo dunque di giudicarci gli uni gli altri; decidetevi piuttosto a non porre inciampo sulla via del fratello, né a essere per lui occasione di caduta. (Rom. 14:13)
In una nota falegnameria della città, il martello faceva bene il suo lavoro, ma faceva anche troppo rumore, così fu scacciato dagli altri utensili. Il martello riconobbe il suo difetto, però pretese che anche la vite venisse scacciata, perché bisognava fare fare molti giri prima di poterla utilizzare. Di fronte a quest’accusa, anche la vite accettò di andare via, ma a condizione che venisse scacciata anche la carta vetrata, perchè era molto ruvida. La carta vetrata accettò, a patto che venisse scacciato anche il metro, perché passava tutto il tempo a misurare gli altri secondo la sua misura, come se lui fosse l’unico perfetto ed anche il metro accettò di andarsene, ma voleva portare con sé la sega che, non solo produceva un ronzio tanto fastidioso, ma sporcava dappertutto.
Nel frattempo entrò il falegname e, prima che gli utensili lasciassero la falegnameria, si mise a lavorare: prese il martello, la carta vetrata, il metro, la sega e la vite e, uno alla volta, utilizzò tutti gli utensili su un grande pezzo di legno grezzo che, piano piano, cambiò aspetto e divenne mobile stupendo e pregiato.
Quando il falegname uscì con il suo capolavoro, gli utensili si riunirono sul tavolo da lavoro. La sega prese la parola e disse: ”Amici miei, il falegname ci ha appena dimostrato che, quelli che noi definiamo difetti, nelle sue mani sono punti di forza, lui è capace di trasformare ciò che a noi dà noia in qualità. Quello che conta veramente, dunque, è essere utilizzabili dal nostro falegname!”
Tutti furono daccordo e riconobbero che il martello era forte, la vite univa e stringeva, la carta vetrata era speciale per affinare e limare le asprezze del legno, notarono anche che il metro era preciso ed esatto e la sega insostituibile nel suo lavoro. Si sentirono una squadra capace e utile per riprodurre mobili di alta qualità.
Non accade lo stesso anche fra gli esseri umani e, in modo specifico nella chiesa? Non dobbiamo essere troppo solerti a notare e criticare i difetti degli altri e nemmeno A disprezzare le qualità che Dio ha deciso di donarci.
Solo Dio, l’abile architetto, potrà metterci nel posto giusto per dare un contributo alla sua gloria. Ma se siamo invidiosi gli uni e gli altri non faremmo altro che mettere in ridicolo l’Evangelo.
Dio ci aiuti e ci guidi.
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