SALUTE E MALATTIA

Quando si parla di salute e malattia si è culturalmente determinati ad accettare un’ovvia, netta separazione fra questi opposti, con la stessa naturalezza con cui si dice “piove” o “c’è il sole”, acqua che bagna e sole che riscalda.
Secondo la cultura e l’organizzazione sociale di cui essa è il supporto, la malattia diventa ciò per cui si ricorre al medico e all’ospedale e, di conseguenza, ciò che determina la sospensione della vita normale.
Ma nel momento in cui la salute viene assunta come valore assoluto, la malattia si trova a giocare il ruolo di un accidente che viene ad interferire nel nostro svolgersi della vita, come se la norma non conprendesse tanto la salute quanto la malattia. In questo modo il malato si trova a vivere la sua malattia come qualcosa di estraneo alla vita, per affrontare il quale deve affidarsi alla scienza, diventando tutto malato, il che impedisce di vivere la malattia come un’esperienza che non spezzi il continuum della vita. Paradossalmente l’ideologia medica distrugge il malato nel momento in cui tenta di guarirlo.
La malattia non è né una crudeltà in sé, né una punizione, ma solo ed esclusivamente un correttivo, uno strumento di cui la nostra anima si serve per indicarci i nostri errori, per trattenerci da sbagli più gravi, per impedirci di suscitare maggiori ombre e per ricondurci sulla via della verità e della luce, dalla quale non avremmo mai dovuto scostarci.
Nell’etimologia ebraico-fenicio troviamo che la parola male (vera’) significa: cio’ che non è ancora bene, cioè che il male è un bene potenziale, quindi educativo.
La malattia è l’unico mezzo con il quale il corpo tenta di ristabilire l’ordine dal disordine.
Quindi la malattia, cioè l’ammalamento (l’atto dell’ammalarsi), è chiaramente un metodo che il piano divino ha messo a punto per far comprendere all’essere che non deve trasgredire le Sue leggi, vivendo una vita di incoerenza, in quanto egli, se continuerà nell’incoerenza, somatizzerà sicuramente qualsiasi tipo di malattia; ma comunque essa è la base dalla quale partire per riprendere coscienza su sé stessi, sui propri errori e quindi iniziare ad invertire la “rotta” di vita; il male è quindi un bene potenziale ma necessario per poter raggiungere la perfezione che Dio ha stabilito.
Ed allora perchè nella società continuano a dire il falso? Per attirare l’attenzione, per spaventare e deresponsabilizzare il soggetto che si ammala, e quindi poter spacciare “droghe” (farmaci) agli “indottrinati e/o drogati da farmaco”, e così i fatturati delle industrie del farmaco e quelle dei vaccini, sono sempre in grande salute ed i malati diventano cronicamente malati, quando non muoiono prima del tempo, per le cure somministrate con farmaci di sintesi, farmaci che non curano nulla, ma soffocano solo i sintomi generando problemi sempre piu’ intensi nel tempo al malato; e cosi il business continua.
Secondo, perché per i religiosi è piacevole essere dei dispensatori di provvidenza, spinti dalla simpatia cristiana che inevitabilmente loro stessi e gli altri vanno verso il morire spirituale.
Perché non dovremmo passare per circostanze dolorose che ci spezzino il cuore? Sarà attraverso quelle brecce che Dio ci porterà una più ampia comunione con il Suo Figliuolo.

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