IMPARA AD ATTENDERE
«Egli aspettò sette giorni, secondo il termine fissato da Samuele; ma Samuele non giungeva a Ghilgal e il popolo cominciò a disperdersi e ad abbandonarlo.» 1 Samuele 13:8
La situazione di Saul e del popolo, non poteva essere più critica. I filistei, numerosi, si accingevano a devastare il paese con le forze militari di gran lunga più potenti di quelle del popolo d’Israele, che abbandonandosi al panico, disertava, lasciando il re in preda alla perplessità e allo sconforto. L’impazienza si impossessava di lui in maniera crescente, evidenziando la più chiara dimostrazione della sua mancanza di fede. A ciascuno di noi, probabilmente, è capitato di lasciarsi prendere dall’ansietà, nell’incapacità di attendere con fiducia il maturare degli eventi. Samuele, nella guida dell’Eterno, aveva ordinato a Saul di attendere sette giorni a Ghilgal. Il re, nel vedere che Samuele tardava ad arrivare e che il popolo lo stava abbandonando, decise autonomamente di offrire un olocausto, arrogandosi dei diritti che sicuramente non gli competevano. La sollecitudine è stata e sarà sempre una pericolosa insidia per ciascun individuo. Non a caso Gesù nei Vangeli, più volte c’incoraggia a non lasciare spazio a questa nemica. Spesso anche noi ci lasciamo andare alla preoccupazione reagendo d’istinto, in preda all’impulso del momento, comportandoci in maniera irrazionale, almeno quanto Saul. La parola di Dio ci esorta a confidare in Cristo attentendo con pazienza la maturazione dei tempi previsti dal Signore e, all’occorrenza, insistere in preghiera, reiterando le richieste senza demordere. “Se tarda, aspettalo poiché certamente verrà; non tarderà” (Abacuc 2:3). Davide seppe aspettare con calma, perché tutta la sua vita era fondata sulla Roccia d’Israele, e, per esperienza aveva appreso che Dio non rigetta chi va a Lui sinceramente. Quante volte, a causa della nostra irrequietezza, ci siamo privati di bellissime benedizioni e i nostri problemi sono rimasti irrisolti? Non agiamo da stolti. Quando Dio ritarda il Suo intervento, ha i Suoi buoni motivi; forse vuole provare se la nostra fede è costante, ferma e duratura…qualunque sia il motivo dobbiamo imparare ad attendere il Signore senza anticipare nulla. Ricordiamoci che Saul, proprio per questa sua impazienza perdette il regno. Non permettiamo che questo avvenga nelle nostre vite, perché non potremmo avere rimpianto più grande.
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