IL CRISTIANO DISORDINATO
Spesso la nostra mèta non è Dio.
La preghiera è per conoscere Dio, non per fare richieste di doni.
Non fai altro che badare ad essi, e trascurare il tuo Dio, e come ai tempi di Aggeo, ti darai premura per la propria casa ben rivestita di legno.
Vogliamo che Dio proferisca una parola, che ci conceda una liberazione miracolosa, che venga prontamente incontro ai nostri bisogni, che rimuova ogni nostro dolore e sofferenza. In effetti, probabilmente starai dicendo: “Se solo Dio mi traesse fuori da questo disastro, se mi desse quest’unico miracolo, non dubiterei mai più di Lui!” Oh sì, fra tre giorni, più di prima, manifesterai ribellione e continue lamentele.
Che dici di tutti i miracoli che Lui ha compiuto per te? Che dici del miracolo del presente? Che dici della Sua provvidenza?
Del popolo d’Israele è raccontato che “soffriva la fame e la sete..”, pur vedendo che Dio ha sempre puntualmente provveduto loro da mangiare con la manna dal cielo e con l’acqua che scaturiva dalla roccia. Ma è giusto “soffrire” quando Dio stesso era con loro? È giusto “soffrire” e venir meno mentre Dio si prendeva perfettamente cura di loro?
È giusto soffrire mentre Dio si cura perfettamente di noi? È giusto soffrire mentre Dio c’è?
Spesso pensiamo che le benedizioni che Dio, per grazia, ci elargisce sono per vivere meglio, e questo è il nostro scopo principale. Ma…siamo sicuri di questo? Certo che è una vita sprecata il vivere solo per godere delle benedizioni, per saziarci e ingrassarci e vivere in delizie; non ha alcun senso, e vivremo solo per appagare noi stessi.
Saremo, di conseguenza, oppressi, schiacciati dal diritto di avere, e perché seguiamo le prescrizioni che più ci piacciono, ci lamentiamo sul nostro letto con pianti e lacrime, ci raduniamo ansiosi per il grano e il vino. Il vino e il mosto tolgono il senno, e arriveremo a consultare il “legno”. E cosa avviene? La disubbidienza e la ribellione. Il nostro godimento e la nostra gratificazione sono nei benefici che Dio elargisce, e non in Dio stesso.
Di nuovo privati della vera libertà che è dipendenza da Dio, di nuovo dominati e oppressi da catene della nostra carnalità e dai smodati desideri, e di nuovo umiliati e danneggiati dalla nostra iniquità. La nostra radice sarà secca e non faremo più alcun frutto.
Mentre i nostri pensieri sono sempre incentrati sul “cibo”, Dio pensa a qualcosa di più importante: al nostro cuore, alla nostra vita.
Seguiamo Dio o seguiamo Dio per i nostri bisogni?
Badate bene che il segno o il prodigio maggiore al mondo non sia qualcuno che risorge dai morti o una guarigione fisica. No, ciò che veramente crea un impatto sulla mente e lo spirito del tuo prossimo è quel cristiano che vive con la pace in ogni prova, tempesta, dolore e sofferenza, è quel cristiano che vive con amore verso tutti. Un tale cristiano emerge dalle sue avversità più forte nel carattere, con il sentimento di Cristo radicato in lui, trasformato ad immagine di Cristo. Questo è il miracolo.
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