COMPASSIONE CHE SALVA Marco 1:40-45
La compassione non è semplice amore: è amore che agisce, che si immedesima in colui che ha una necessità. Questo è quello che fa Gesù secondo i Vangeli. Dobbiamo ricorrere più spesso al Signore perché è di Lui che abbiamo bisogno. Il problema principale dell’uomo è il peccato, ma è nella compassione di Cristo che noi vediamo la risposta a questo annoso problema. La società naturalmente non considera il peccato come un problema, accarezzandolo, legalizzandolo. Spesso ci meravigliamo di alcune situazioni: omicidi, guerre, immoralità, pedofilia, violenza. Molti sono dominati da cattivi pensieri che non riescono a dominare. Tanti sono schiavizzati dalla loro mente e non hanno pace. I desideri del cuore vogliono essere allontanati ma il male si ripresenta e l’uomo si sente inerme. Altri hanno problemi con la propria lingua, col proprio carattere… Tante situazioni con cui fare i conti. Tutte queste situazioni possono essere riassunte in una domanda: come posso essere liberato dal peccato? A questa domanda risponde la Parola di Dio, Quella che ha la risposta efficace. La Parola di Dio mostra la compassione del Figlio di Dio, compassione che salva. E’ il peccato che ci porta lontano dalla Parola di Dio ed erige un muro tra noi e il Signore. “Signore, cosa ho fatto di male?”, qualcuno chiede nel momento in cui avvertiamo una barriera tra noi e Dio. Il Signore non erige muri: Egli è sempre pronto a costruire un ponte. E’ il peccato ad erigere un muro. Oggi pero’ il Signore viene a noi come amico e possiamo realizzare una piena liberazione nella nostra vita. Se il nostro rapporto con Dio si è interrotto, oggi si può riaprire la via della comunicazione tra noi e Lui.
Come si può essere purificati dal peccato?
Dobbiamo cercare la purificazione (v. 15). Il lebbroso era afflitto dalla vergognosa malattia che portava all’isolamento. La lebbra rende ripugnante colui che ne è affetto: tutte le membra del corpo si gonfiano, sul corpo vi sono delle ulcere, il fiato stesso è infetto e i capelli divengono bianchi. Il lebbroso esprimeva su di sé il messaggio della morte, poiché la lebbra portava alla morte. Quest’uomo non aveva nessuna speranza di ricevere salvezza. Come per il peccatore: non c’è speranza. Il lebbroso doveva stare lontano dai centri abitati e quando per un motivo si avvicinava, doveva urlare: “immondo!” Quando questo lebbroso sente parlare di Gesù, non sta a pensare ad altro: solo Gesù. Egli rischiò la lapidazione pur di raggiungere Gesù. Ogni peccatore può identificarsi con questo lebbroso. La lebbra è simbolo del peccato: infetta la vita, i pensieri, i sentimenti, il modo di parlare e di agire. Il peccatore è incapace di parlare con Dio. Anche il peccatore porta in sé l’immagine della morte:
Romani 6:23 – …il salario del peccato è la morte.
Come per quel lebbroso, c’è speranza, ma solo se noi lo vogliamo veramente. Dobbiamo cercare la faccia del Signore. Ricordiamo l’esperienza di Davide, sprofondato nel peccato per sua libera scelta. Quando ritornò a rivivere? Quando ammise di aver peccato e si umiliò davanti a Dio. Il posto della purificazione è la croce del calvario e il mezzo della purificazione è il sangue di Cristo che ci purifica da ogni peccato (1 Giov. 1:7).
Bisogna chiedere la purificazione. Non basta andare al Signore: dobbiamo chiedere. Non basta la presenza, non basta il pensiero. Col Signore non funziona così… Dobbiamo chiedere. Siamo nella casa del Signore, abbiamo un bisogno: bene, ora chiediamo. Il lebbroso cerca il Signore e poi lo pregò dicendo: “Se vuoi, tu puoi purificarmi!” Chi è schiavo del peccato oggi è invitato a imitare questo lebbroso. Egli aveva compreso che Gesù era l’unica soluzione; probabilmente aveva cercato altre soluzioni in passato, ma ora non ha più dubbi. “Signore, io sono convinto che tu hai la possibilità di salvarmi, ma non so se vuoi,” disse. “Se vuoi, tu puoi.” La folla scrutava, guardava, si chiedeva cosa sarebbe successo: lo avrebbe o non lo avrebbe aiutato? Molti guardavano, ma solo il lebbroso chiese. Non so quanti vanno al culto come spettatori per vedere cosa succede; prego che ognuno di noi possa “buttarsi in ginocchio pregando” il Signore, come quel lebbroso. Solo sottomettendoci a Gesù come Signore possiamo ottenere purificazione. Era una preghiera semplice, breve, diretta, fondata sulla fede nel potere di Gesù. Il malato non dubitava del potere di Gesù: aveva qualche dubbio sulla volontà. Ed ecco che il Signore sgombra subito ogni dubbio: Egli voleva. Gesù è in grado e ha la volontà di operare. Oggi è un giorno di riconciliazione con Dio.
Bisogna credere che sia possibile essere purificati. Gesù disse: “Sii purificato.” Cerchiamo di immaginare questa scena: un uomo da anni senza contatto umano se non con altri lebbrosi; nessuna carezza, nessuna tenerezza… Da un lato il Maestro; dall’altro lato il nauseante lebbroso. Tutt’intorno, gente che guarda. L’uomo si fa coraggio e implora per la guarigione. Gesù stende la mano e lo tocca e subito la lebbra sparisce da lui. Subito fu purificato: la sua carne fu purificata. Il volto pallido diventa roseo; lo sguardo disperato diventa gioioso; le piaghe spariscono e la carne torna come quella di un giovinetto. L’uomo aveva creduto che Gesù poteva venire purificato e sanato da ogni suo male. Quando il Signore tocca qualcuno, la vita rinasce. Un inno recita: “Con la sua man Ei mi tocco; tutto mutò quel dì: perciò io so che mi toccò Gesù e mi guarì.”
Tutti noi conosciamo qualcuno che ogni giorno pensa di migliorare, di porre rimedio da solo alla sua situazione di peccato: lo incontriamo allo specchio ogni mattina. Oggi è un giorno di riconciliazione con Dio. Da soli non possiamo purificarci: non abbiamo forza di volontà che possano tenere a distanza il peccato da noi: Cristo, invece, può e vuole purificarci. Non c’è nessun motivo perché tu rimanga ancora un’altra ora sotto il dominio del peccato. Noi cerchiamo di mettere in mostra la nostra maschera, ma Dio ci conosce intimamente, personalmente. Dio sa ogni cosa. Non c’è motivo per rimanere schiavo del vizio e della paura: oggi possiamo essere purificati dal sangue di Gesù. Andiamo al Signore, diamoGli possibilità di operare nella nostra vita e anche noi sentiremo quelle benedette parole: “Lo voglio: sii purificato.”
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