Pakistan: un paese “libero da infedeli”
Attentato al parco giochi, almeno 72 vittime, la maggior parte cristiani. Secondo una rivendicazione, un attacco deliberatamente contro la comunità cristiana in Pakistan. Altre manifestazioni di islamisti rendono ancor più tesa la situazione per i credenti.
Nel momento in cui scriviamo è presto per capire quante vittime dell’attentato al parco giochi Iqbal (Lahore, Pakistan) fossero cristiane, quel che appare certo è l’intento di colpire ancora la comunità cristiana pakistana seminando il terrore in tutti i credenti del paese. Almeno 72 vittime, anche bambini, oltre 300 feriti. “Quando il tempo è buono, la sera di Pasqua si esce e si va nei parchi a far giocare i bambini. Dopo una giornata in cui ogni culto e servizio di chiesa erano terminati senza problemi, quando tutti pensavano di potersi rilassare e non preoccupare più, il kamikaze si è fatto esplodere all’Iqdal Park… ho così tanti bei ricordi di quel posto di quando ci andavo da bambina…“, ci racconta una nostra collaboratrice.
L’attentato è stato rivendicato dal gruppo Jamatul Ahrar, nato dal gruppo talebano pachistano Tehrik e Taleban Pakistan e, a quanto pare, affiliato o vicino all’ISIS, il cui portavoce ha fatto sapere che l’obiettivo erano proprio i cristiani. “Siamo sopraffatti da storie di dolore. Chiediamo preghiere affinché durante le nostre visite a casa e all’ospedale possiamo portare il messaggio ristoratore del Vangelo e della resurrezione di Cristo“, continua la nostra collaboratrice, ricordando che in Pakistan è drammaticamente periodico tutto questo dolore. Il Pakistan è salito al 6° posto della nostra WWList, con un elevato grado di violenze contro i cristiani, dovuto a questi attacchi ma anche e soprattutto alle quotidiane vessazioni che subiscono i nostri fratelli e sorelle là.
Al contempo ad Islamabad andava in scena una manifestazione di islamisti sostenitori di Qadri (l’uomo che assassinò il governatore Taseer, giustiziato dalle autorità e considerato dai radicali islamici un martire (Leggi QUI), durante la quale non sono mancati cori del tipo: “Impiccate Asia Bibi”. Asia Bibi, cristiana cattolica, è una delle tante vittime della famigerata legge anti-blasfemia. In molti ci chiedete informazioni: come sapete, Porte Aperte non segue direttamente questo caso. Nel 2009, alcune donne musulmane cercarono di cacciarla da un pozzo perché, in quanto non-musulmana, avrebbe inquinato l’acqua. Ne nacque una discussione, durante la quale chi l’accusa sostiene che avrebbe oltraggiato il nome del profeta Maometto, insinuazione usata (in accoppiata con la legge anti-blasfemia) per opprimere le minoranze (cristiane e non). Asia Bibi è stata poi condannata a morte. A fine estate, la Corte Suprema le ha permesso di fare appello. In effetti, questo significa che la sua condanna a morte è stata temporaneamente sospesa fino a quando la Corte Suprema emetterà la sentenza del suo processo d’appello (può richiedere anni il riesame). Intanto è in carcere, in isolamento, poiché potenzialmente bersaglio di attentati.
Il Pakistan ribolle. La tensione sociale, alimentata dai movimenti estremisti, cresce, come cresce il numero di radicali disposti a tutto per mantenere questo paese “libero da infedeli”. L’attentato dimostra ancora una volta che essere cristiano in Pakistan costa molto caro. Preghiamo per i cristiani in questo paese.
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