NASCONDERSI DA DIO David Wilkerson
Così, smettiamo di pregare. Nella vergogna, pensiamo, “Non posso andare a Dio in questa condizione”, e iniziamo a fare qualcosa per poter rientrare nelle Sue grazie. Siamo convinti di avere solo bisogno di tempo per purificarci. Se riusciamo a restare puri per qualche settimana, evitando le nostre abitudini peccaminose, pensiamo che potremo dimostrare a noi stessi di poterci avvicinare ancora al Suo trono.
Questa è incredulità malefica, ed è un crimine agli occhi di Dio. Quando confessiamo il nostro peccato, inclusi i nostri vizi schiaccianti, Dio non ci fa l’interrogatorio. Egli non richiede prove di ravvedimento chiedendo, “Sei davvero dispiaciuto? Non vedo nessuna lacrima. Prometti di non rifarlo mai più? Va ora, digiuna per due giorni a settimana e prega per un’ora ogni giorno. Se lo farai senza venire meno, avremo di nuovo comunione”.
Quando Gesù ci riconciliò al Padre, alla croce, fu per sempre. Ciò significa che se io pecco, non devo riconciliarmi di nuovo con Dio; non sono tagliato fuori dalla Sua presenza, trovandomi all’improvviso senza riconciliazione. No, il velo di separazione fu strappato per sempre alla croce, e per sempre avrò accesso al trono di Dio, mediante il sangue di Cristo. La porta non è mai chiusa per me: “In cui abbiamo la libertà e l’accesso a Dio nella fiducia mediante la fede in lui” (Efesini 3:12).
La Bibbia afferma chiaramente che se uno di noi pecca, abbiamo un avvocato presso il Padre, in Cristo Gesù. Forse noi restiamo fuori dalla porta della stanza del trono e ci sentiamo marci e impuri. Ma se restiamo lì, rifiutandoci di entrare, non siamo umili; stiamo agendo nell’incredulità. “Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, affinché otteniamo misericordia e troviamo grazia, per ricevere aiuto al tempo opportuno” (Ebrei 4:16).
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