Un dono distruttivo.
Avere una prospettiva diversa della dottrina o della teologia da qualcuno per certi versi è normale. Avere un’approccio diverso da altri alla Scrittura rientra nella norma. Allo stesso modo avere un’inclinazione per determinate tematiche bibliche anziché altre è ancora accettabile. Tutto questo non provoca un mormorio ma solo una differenziazione piuttosto vivace di ciò che uno crede.
Il “mormorio” invece nasce e si sviluppa da “un’opinione” personale cheprende forza da uno “spirito” indipendente da Dio.
Il mormorio non è il frutto dello Spirito, non è un dono dello Spirito, non è il carattere di Cristo, non è neanche la vita che abbiamo ricevuto alla nuova nascita, non è neanche suggerito dalle Scritture. Non ci sono premi per i mormoratori, non ci sono corone nei cieli, e neanche particolari benedizioni sulla terra. Eppure è il cancro invisibile e reale ancora presente.
Sono arrivato alla conclusione che “mormorare” è un dono distruttivo, contagioso, fuori ogni contesto biblico, che porta soltanto devastazione. Sono arrivato alla conclusione che se non è Dio ad ispirare il mormorio e se le Scritture condannano il mormorio, non resta altro che pensare alla natura carnale o semplicemente a qualche demone che ispira continuamente le proprie vittime. La cosa è particolarmente grave se consideriamo che dalla Genesi fino all’Apocalisse, la Scrittura si oppone ai “mormorii”.
Fintanto che si mangiava la manna che cadeva dal cielo e si beveva l’acqua dalla roccia gratuitamente, tutti andavano d’accordo, tutti erano felici. Quando venne il momento di mettere a repentaglio la personale vita ed affrontare gli stessi giganti, “uscirono” le paure, le lamentele, le lagnanze ed il mormorio. Le conclusioni delle spie inviate da Mosè per esplorare la Terra promessa, erano diverse a secondo della prospettiva di fede e di consacrazione. Due erano dell’avviso che potevano entrare nella Terra, dieci mormorarono e contagiarono oltre tre milioni di ebrei usciti dall’Egitto. Quelle paure non erano indotte dai giganti, ma era già presenti nei loro cuori, erano quei disagi che non si affrontano mai, erano quelle situazioni interiori che non vengono mai tolte, sono sempre presenti. Hanno solo bisogno di un’occasione per manifestarsi.
Se qualcuno ha qualcosa da “lamentarsi di un altro” fallo tra te e la persona, se hai bisogno di confrontarti o di comprendere meglio la situazione fallo tra te e la persona. Ma nessuno del popolo di Dio mormori. Gli avvenimenti e le circostanze potrebbero essere diversi da quelli immaginati e dopo un fraterno approccio tutto potrebbe rientrare e restare fra te e la persona. Mentre i mormorii sono come le piume sparse al vento, fanno “danno”, distruggono la reputazione delle persone e forniscono alle tenebre occasione per distruggere e disperdere. La responsabilità davanti a Dio è troppo grande per continuare a mormorare.
Past. Pietro Varrazzo
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