FRATELLI NON SIATE IN MOLTI A FAR DA MAESTRI

“Fratelli miei, non siate in molti a far da maestri, sapendo che ne subiremo un più severo giudizio, poiché manchiamo tutti in molte cose. Se uno non sbaglia nel parlare è un uomo perfetto, capace di tenere a freno anche tutto il corpo. Se mettiamo il freno in bocca ai cavalli perché ci ubbidiscano, noi possiamo guidare anche tutto il loro corpo. Ecco, anche le navi, benché siano così grandi e siano spinte da venti impetuosi, sono guidate da un piccolo timone, dovunque vuole il timoniere. Così anche la lingua è un piccolo membro, eppure si vanta di grandi cose. Osservate: un piccolo fuoco può incendiare una grande foresta! Anche la lingua è un fuoco, è il mondo dell’iniquità. Posta com’è fra le nostre membra, contamina tutto il corpo e, infiammata dalla geenna, dà fuoco al ciclo della vita. Ogni specie di bestie, uccelli, rettili e animali marini si può domare, ed è stata domata dalla razza umana; ma la lingua, nessun uomo la può domare; è un male continuo, è piena di veleno mortale. Con essa benediciamo il Signore e Padre; e con essa malediciamo gli uomini che sono fatti a somiglianza di Dio. Dalla medesima bocca escono benedizioni e maledizioni. Fratelli miei, non dev’essere così. La sorgente getta forse dalla medesima apertura il dolce e l’amaro? Può forse, fratelli miei, un fico produrre olive, o una vite fichi? Neppure una sorgente salata può dare acqua dolce”.

Non credo che questo testo abbia bisogno di lunghi commenti…ma permettetemi solo una piccola riflessione…
Quel che siamo, in bene o in male, sarà inevitabilmente rivelato da quel che diciamo. Si potrebbe dire che il modo di esprimersi di una persona sia una misura affidabile della sua “temperatura spirituale”. I rabbini parlavano della lingua come di una freccia più che di una spada, perché essa può ferire ed uccidere a grande distanza. Può creare gravi danni anche quando è lontana dalle sue vittime.
Giacomo ci esorta a prendere coscienza del problema e dei pericoli dell’abuso della lingua: si tratta di una questione molto seria. Il cristiano deve governare “la nave” della sua vita e tenerla nella direzione giusta. La Scrittura dice: “Chi è lento all’ira vale più del prode guerriero; chi ha autocontrollo vale più di chi espugna città … L’uomo che non ha autocontrollo, è una città smantellata, priva di mura” (Proverbi 16:32; 25-28); “Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mansuetudine, autocontrollo” (Galati 5:22);
“Dio infatti ci ha dato uno spirito non di timidezza, ma di forza, d’amore e di autocontrollo” (2 Timoteo 1:7).

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