Il dono della meditazione

“L’Eterno è grande e degno di somma lode, e la Sua grandezza non si può investigare. Un’età dirà all’altra le lodi delle Tue opere, e farà conoscere le Tue gesta. Io mediterò sul glorioso splendore della Tua maestà e sulle Tue opere meravigliose. Gli uomini diranno la potenza dei Tuoi atti tremendi e io racconterò la Tua grandezza.” (Salmo 145:3-7)

La meditazione o riflessione è l’ennesimo dono prezioso che Dio ha concesso al Suo popolo. L’apostolo Paolo asseriva che la mente è una funzione dello spirito dell’uomo: “…rinnovati nello spirito della vostra mente.” (Efesini 4:23), e che tale spirito nello stato di peccato è morto, cioè separato da Dio, disinteressato rispetto alla Grazia: “…voi ch’eravate morti nei vostri falli e nei vostri peccati” (Efesini 2:5). Proprio come un morto non vede, non sente e non ha coscienza, l’uomo nello stato di peccato è insensibile nei confronti di Dio, anzi, nella maggioranza dei casi Dio non è niente più di una breve parola, con l’iniziale maiuscola, che si pronuncia in fretta, ma null’altro che un suono.
Quando la Grazia di Dio investe il peccatore, il sangue di Gesù lo purifica, lo Spirito Santo lo fa rinascere a nuova vita, allora egli scopre che la breve parola indica la Persona più grande e più importante di tutto l’universo, essa è breve perché non potrebbe mai rendere l’infinità di Colui che indica.
Allora lo spirito, e la mente, ritornano a vita come Lazzaro. La mente del credente scopre la dolcezza della meditazione, perché è riempita di pensieri sublimi che ha attinto dalla lettura della Parola di Dio: “Ma come è scritto: Le cose che occhio non ha vedute, e che orecchio non ha udite e che non sono salite in cuor d’uomo, son quelle che Dio ha preparate per coloro che l’amano. Ma a noi Dio le ha rivelate per mezzo dello Spirito…” (I Corinzi 2:9-10). Meditare è un dono della Grazia, è un’attività che eleva l’anima, la trae da questa terra in qualche misura, e in qualche misura in modo incomprensibile, non mistico, non untuoso ma reale, la eleva al cospetto di Dio.
La meditazione delle Scritture ai nostri giorni si è arricchita ulteriormente, Gesù ha rivelato pienamente il Padre: “Chi ha veduto Me, ha veduto il Padre” (Giovanni 14:9). E’ anche scritto che: “…noi abbiamo contemplata la Sua gloria, gloria come quella dell’Unigenito venuto da presso il Padre” (Giovanni 1:14), ed il brano chiude: “Nessuno ha mai veduto Iddio, l’unigenito Figliuolo, che è nel seno del Padre, è quel che l’ha fatto conoscere” (Giovanni 1:18). Quale grande dono Iddio ha concesso al credente, meditare, riflettere e contemplare lo splendore della Sua maestà.

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