MI HANNO POSTO A GUARDIA DELLE VIGNE, MA LA MIA VIGNA L’HO CUSTODITA? Cantico dei Cantici 1:6

Dedicato a tutto coloro che sentono il ministerio proprio, per lo spirito, mi rivolgo a te giovane, non lasciare che ti addomestichino secondo dottrine che sono comandamenti di uomini e organizzazioni, ascolta i sospiri ineffabili, e sappi sempre nasconderti in Cristo, metti Gesù, sempre e comunque, prima dell’ideale del tuo ministerio. Considera tutto ciò che hai innanzi, riguarda a tutto attraverso Lui ed in Lui, la Sua Parola crea ciò che dice, null’altro ha da interessarti e null’altro ha da muoverti, sappi attendere la nuvola di giorno e la colonna di fuoco la notte.

di Favaro daniele…

Iddio ci guidi, ci guardi ma soprattutto ci benedica donandoci l’umiltà con la docilità, la sobrietà con la certezza, prima di ogni altra benedizione, per adempiere al meglio ciò a cui siamo chiamati, ricordando che se usati siamo, lo siamo per Sua Condiscendenza e mai per bisogno.

Possa il Signore prepararci come fece col Battista, facendoci vivere il deserto della sofferenza senza cui, nessuno può essere nutrito della manna nascosta, in preghiera e vera consacrazione, lontano dalle adulterazioni delle chiese degli uomini, dalle sigle altisonanti.

Ricordati di Mosè, di Ezechiele, di Giovanni, ricordati di Paolo e di tutti gli altri che vissero per un tempo col mondo, un tempo per dimenticarlo, un tempo per essere usati da Lui. Quando Giovanni inizio il suo ministerio, fu solo una voce che grida, ma quale voce! La sua, fu una voce non di incerto suono, ma piena, ricolma, dell’impronta di Dio nel proprio cuore.

Se la nostra voce essere deve da Lui usata, deve cessare di produrre melodie nostre o del mondo.

Il segreto d’ogni vittoria nel campo della fede è in Lui e attraverso Lui, mai negli uomini, mai delle loro organizzazioni, Iddio stesso è architetto e costruttore di ogni vittoria, mai dimenticalo.
Ricerca il pari con sentimento con coloro che aspirano solo al Cielo e non ai templi e le fortezze su questa terra, vivi in terra così come vivresti già in cielo.

“Se ti muovi a servire il Signore prepara il tuo animo alla prova; tieni pronto il tuo cuore, fatti coraggio, non avere fretta nel tempo della sventura; attaccati a lui e non allontanartene, perché goda alla fine nell’abbondanza. Accetta tutto ciò che si abbatte su di te, e nelle vicissitudini più umilianti, sii paziente: come l’oro si purifica col fuoco, così gli eletti nella brace dell’afflizione. Confida in Lui, ed Egli ti aiuterà, raddrizza le tue vie e spera in Lui. Quanti temete il Signore, confidate in Lui, attendete alla Sua Misericordia, non deviate per non cadere.”

Evita di sognare cose grandi, evita alti proponimenti, cerca solo la Sua Presenza e segui la Via che ti indica di volta in volta, prima di riguardare a Davide che danzava innanzi all’arca, ricordati del Davide fuggiasco e perseguitato, per li monti e per li deserti, e di come per ogni sua scelta chiedeva consiglio al Signore, e ne usciva sempre vincitore.

Sappi essere servitore, sappi essere sottomesso, ama di essere nascosto, sia una tua priorità. Resta sconosciuto, metti sempre e solo Gesù prima dell’ideale del tuo ministerio. Medita le parole della Sullamita:

“I figliuoli di mia madre si sono adirati contro a me; mi hanno posta guardiana delle vigne; io non ho guardata la mia vigna, che è mia. O tu, il qual l’anima mia ama, dimmi, ove tu pasturi la greggia, e ove tu la fai posare in sul mezzodì; perciocchè, perché sarei io come una donna velata presso alle mandrie dei tuoi compagni?” (Cantico dei Cantici 1:6)

Oh, la parola di Dio quale sapienza, quale ammaestramento, la Sullamita prende coraggio dopo la consapevolezza, di chiedere di più, non si accontenta, impara ad amare e ricercare il Suo Sposo, dice basta col passato, vuole il cielo prima, per essere preparata in alto per servire in basso, come si conviene.

Giovane servo, lasciati lavorare e curare da Lui, sii arato e preparato dall’interno dall’infaticabile spirito santo che ti ha estratto dalla Roccia, ricorda sempre da quale Roccia sei stato estratto per essere usato.

A suo tempo, il tuo riconoscerti poco o nulla nelle sue Mani, frutterà molto alla di Sua Gloria, mai alla tua, o a quella di altri, ricorda, serba tale insegnamento e gusterai la Sua Vittoria, le Sue Promesse. Col tempo scoprirai in te stesso qualcosa di meno, ma più purezza nel tuo cuore, la carne deve essere mantenuta in schiavitù, non con sforzo ma con la consacrazione.
Esorto umilmente i giovani chiamati al Ministerio, poiché io non ho autorità di dare esortazioni ai servitori che erano prima di me in quest’opera, esorto gli operai dell’ultima ora:

1) I tempi nei quali siamo entrati nell’opera sono passati, qualcosa di nuovo stà per mostrarsi, attorno vi è ancora tenebra ma nei nostri cuori intravediamo già l’alba, per cui è necessaria una vera e costante consacrazione, bandiamo ogni pur sottile apparenza, cacciate dai vostri cuori ogni accondiscendenza ed ogni ipocrisia, siate riconosciuti veraci innanzi a Dio quel giorno.

2) Evitate, come una piaga purulenta e mortale, di voler signoreggiare sopra l’eredità. Ogni autorità e forza devono venire dalla presenza di Gesù in noi. Solo Lui saprà seminare nei cuori opportunamente, solo Lui saprà incoraggiare il giusto ed ammonire lo stolto e l’empio nel tempo opportuno, al tempo della visitazione per ogn’uno.

3) Sii sobrio, cauto ma mai pauroso, prudente ma mai ardito di tuo, sappi apprezzare il giorno delle piccole cose, ricorda la piccola opera è la migliore. Desidera servire con cuore semplice interamente il Signore, ogni uomo ha un compito nell’opera, non ricercare le cose grandi ma farti attrarre dalle umili, ricordati di Stefano…

4) Investiga le scritture, non per farti un nome, ne per farti chiamare rabbì, per orgoglio di conoscenza, ma per proferire il Suo Nome con avvedutezza, per essere atto a innalzare Cristo. Accuratezza, diligenza e precisione pur nella semplicità, senza ombre ne macchie.

5) Sobrietà, giusto equilibrio, riconoscersi manchevoli e limitati, riconoscersi polvere, perché dalla polvere nostra si ergerà il Nostro Redentore, sii come una piccola fiammella che va illuminandosi ed illuminando, e non solo un bagliore fugace di un attimo, come un fulmine, che lascia solo un tuono borbottante dietro se.

Amico, sappi essere esortatore e consigliere, indica Cristo sempre. Esorta il popolo raccolto dallo Spirito Santo a ricercare l’edificazione mai l’organizzare. Se ami servire il Signore, Egli ti riconoscerà e ti renderà capace di resistere ai pericoli, alle opposizioni e alle lodi, per perseverare e non cadere, e raggiungere la corona, che Egli ha promesso, serbando il buon deposito.

Pace, amore e giustizia del Signore siano sempre con noi.

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