Spiegazione della “Parabola”: “Guardatevi dai falsi profeti i quali vengono a voi in vesti da pecore” J.G. Butler
Questa parabola inizia con un ordine: “Guardatevi”. Questo termine dovrebbe attirare immediatamente la nostra attenzione perché il verbo “guardatevi” denota un grave pericolo, che se non stiamo in guardia e se non facciamo attenzione ci danneggerà grandemente. Il verbo originale tradotto con “guardatevi” significa “prestare attenzione, state attenti, applicatevi”. Di conseguenza, se Cristo ci ordina di stare in guardia, dobbiamo prestargli ascolto con attenzione, rispetto e ubbidienza. Dobbiamo stare molto attenti al pericolo in questione, seguendo i consigli di Cristo riguardo a come affrontarlo. Secondo le Scritture, Cristo ci ordina di guardarci da diverse cose oltre che dai falsi profeti, come per esempio dai persecutori (Matteo 10:17), dalla dottrina errata (Matteo 16:6-12) e dall’ipocrisia (Luca 12:1). Ordinariamente, però, le persone prestano poca attenzione agli avvertimenti divini, continuando ad andare per la loro strada senza curarsi degli avvertimenti di Dio. Tuttavia, il risultato di questo atteggiamento non è positivo perché la fine della via sbagliata è la “perdizione” (Matteo 7:13).
I COLPEVOLI NELLA PARABOLA
I colpevoli di cui parla questa parabola sono i “falsi profeti”, che sono sempre stati un pericolo per le persone di ogni generazione. I falsi profeti sono strumenti di Satana per opporre la verità. “Satana ha capito che può operare in modo molto più efficace falsificando la Verità piuttosto che negando apertamente, perciò i “falsi profeti” abbondano in ogni generazione. Di conseguenza, non dovremmo né lasciarci ingannare dal loro numero o dal successo che riscuotono oggi”. La presenza e il pericolo dei falsi profeti sono enfatizzati in tutte le Scritture: “Cose spaventevoli e orride si fanno nel paese: i profeti profetano bugiardamente; i sacerdoti governano agli ordini dei profeti” (Geremia 5:30-31); “Ma in mezzo ai profeti di Gerusalemme ho visto cose nefande: commettono adulteri, agiscono con ipocrisia, rafforzano la mano ai malfattori, al punto che nessuno si converte dalla sua malvagità; tutti quanti sono per me come Sodoma, e gli abitanti di Gerusalemme, come quelli di Gomorra” (Geremia 23:14). “In lei i suoi profeti cospirano; come un leone ruggente che sbrana la preda, costoro divorano la gente, pigliano tesori e cose preziose, moltiplicano le vedove in mezzo a lei” (Ezechiele 22:25). “Io so che dopo la mia partenza si introdurranno fra di voi lupi rapaci, i quali non risparmieranno il gregge” (Atti 20:29); “Però ci furono anche falsi profeti tra il popolo, come ci saranno anche tra di voi falsi dottori che introdurranno occultamente eresie di perdizione, e, rinnegando il Signore che li ha riscattati, si attireranno addosso una rovina” (2 Pietro 2:1). “Carissimi, non crediate a ogni spirito, ma provate gli spiriti per sapere se sono da Dio; perché molti falsi profeti sono sorti nel mondo” (1 Giovanni 4:1). “Originariamente il termine “profeta” si riferiva a una persona che prediceva eventi futuri. Tuttavia, poiché i profeti erano considerati maestri della religione, questo termine iniziò a essere usato anche in riferimento a tutti i maestri religiosi”. Di conseguenza, oggi qualsiasi ministro (pastore, evangelista o guaritori autoproclamato), qualsiasi leader a capo di una denominazione, qualsiasi professore universitario nell’ambito religioso o qualsiasi maestro religioso può essere un falso profeta. Ci sono almeno tre ambiti in cui un profeta può essere definito “falso”: il credo, l’incarico e la condotta.
IL CREDO:
Un Falso profeta è una persona che insegna un credo falso, soprattutto un credo non conforme alle Scritture. Oggi ci sono moltissime persone di questo tipo: a partire dai sacerdoti della Chiesa Cattolica Romana che insegnano la dottrina del purgatorio, dell’adorazione di Maria e altre dottrine contrarie alle Scritture, fino ad arrivare alle sette che insegnano assurdità come il fatto che Cristo è già tornato sulla terra, o alle persone che proclamano di essere Cristo. I “profeti” sono falsi quando il loro credo è falso.
L’INCARICO:
Un falso profeta non segue soltanto un credo falso, ma esercita anche un incarico falso. Un falso profeta rivendica una posizione, una chiamata o un incarico che non gli appartengono. I falsi profeti sono come quelli che vennero esaminati dalla chiesa di Efeso, e di cui le Scritture dicono: “si chiamano apostoli e non lo sono, e li hai trovati mendaci” (Apocalisse 2:2). Alcuni di loro dichiarano di essere Cristo, altri ritengono di avere ricevuto una chiamata e un’unzione speciale da parte di Dio (come i falsi “guaritori della fede”). In ogni caso, tutti rivendicano un incarico divino che in realtà non possiedono. Si presentano come uomini di Dio, ma non sono nulla del genere. Potrebbero aver ricevuto delle credenziali dai consigli del mondo, ma questo accrescere unicamente la loro falsità e non convalida l’incarico che sostengono di aver ricevuto da Dio.
LA CONDOTTA:
La condotta dei falsi profeti è un altro fattore che dimostra che sono falsi, perché non corrisponde alla purezza della condotta dei veri profeti. I veri profeti di Dio vissero vite sante e furono noti per questa peculiarità (per esempio, Eliseo fu definito “santo uomo di Dio” (2 Re 4:9), un appellativo riservato ai veri profeti). I falsi profeti, invece, sono l’esatto opposto perché sono corrotti, e spesso sono molto immorali come quelli che “s’insinuano nelle case e cattivano donnicciuole cariche di peccati, agitate da varie cupidigie” (2 Timoteo 3:6). Oggi ci sono molte persone di questo tipo che si spacciano per pastori, che conducono programmi televisivi o che operano in altri ambiti religiosi. Come i sacerdoti ai tempi di Ezechiele, i falsi profeti “non fan conoscere la differenza che passa fra ciò ch’è impuro e ciò c’he puro” (Ezechiele 22:26). Il loro stile di vita immorale dimostra la falsità del loro ministero.
LA CRUDELTA NELL’ASTUZIA:
“Son lupi rapaci”. Cristo smascherò i falsi profeti dimostrando ciò che erano realmente: non erano “pecore” innocenti, bensì vilmente crudeli. Per esaminare meglio la crudeltà dei falsi profeti ci soffermeremo su Colui che indicò la crudeltà e sulla natura della crudeltà.
COLUI CHE INDICO’ LA CRUDELTA’:
La prima cosa da notare è che Gesù stesso a definire i falsi profeti “lupi rapaci”. Cristo era solito dare a ogni cosa il nome che le spettava, infatti definì Erode “quella volpe” (Luca 13:32). Inoltre, chiamò ripetutamente gli scribi e i farisei “ipocriti”, “guide cieche”, “stolti”, ” serpenti” e “vipere” (Matteo 23:33). Ovviamente, oggi nelle nostre chiese ci sono persone che non accettano un linguaggio così franco e schietto, ma queste persone non fanno nulla per smascherare o fermare il peccato. Queste persone vorrebbero trattare il peccato con i guanti bianchi garantendogli tutte le opportunità di aumentare e di corrompere le moltitudini. Tuttavia, Cristo era diverso, e anche noi dovremmo essere diversi. Senza chiamare il peccato con il suo nome non si può fare nulla aiutare le persone a veder il pericolo del peccato. Il veleno deve essere etichettato come veleno, altrimenti ucciderà degli innocenti.
LA NATURA DELLA CRUDELTA’:
Qui osserveremo la natura peculiare di questa crudeltà. I lupi commettevano ogni sorta di male, ma anche se erano colpevoli di crudeltà in vari modi Cristo menzionò solo una delle loro crudeltà, ossia il fatto che sottraevano i beni materiali ai loro seguaci con la forza. L’espressione “lupi rapaci” denota questo peccato specifico e si riferisce all’avidità di ricchezze materiali e all’inganno a cui ricorre per ottenerle. In sintesi, questa espressione si riferisce all’estorsione, come indica il significato del termine greco tradotto con “rapaci” nel presente versetto. Questo termine, infatti, significa “avido”, dunque denota una sottrazione effettuata con la forza. Nelle Scritture, questo termine denota estorsione, come dimostra il fatto che è tradotto con “rapaci” anche in altre occasioni (Luca 18:11). Una persona rapace ottiene denaro e altre ricchezze materiali dagli altri con la forza, con intimidazione o con qualche altro mezzo illegale. “La rapacità implica sia violenza che avidità”, dunque denota estorsione. Il termine “lupi” usato in questa espressione conferma la crudeltà dei mezzi con cui gli estorsori ottengono i loro beni. I lupi non danno la caccia alle loro prede con gentilezza o seguendo dei sommi principi, bensì con forza crudele. Ezechiele disse che ai suoi tempi i principì del paese erano uguali perché erano “come lupi che sbranano la loro preda: spargono il sangue, fanno perire la gente per saziare la loro cupidigia (Ezechiele 22:27). Anche i figli malvagi di Eli (il sommo sacerdote che si prese cura del giovane Samuele) furono crudeli perché erano soliti prelevare una quantità eccessiva di carne dai sacrifici del popolo (1 Samuele 2:13-15). Se le persone non donavano una quantità extra di carne ai sacerdoti, il messaggio dei sacerdoti era: “No, me la devi dare ora; altrimenti la prenderò per forza!” (1 Samuele 2:16). Questo denota una chiara ed evidente estorsione. Anche i Farisei erano “rapaci” perché erano avidi per natura (Luca 16:14), e Cristo li smarcherò dicendo: “divorate le case delle vedove” (Matteo 23:14) e “dentro son pieni di rapina e d’intemperanza.” (Matteo 23:25). Oggi ci sono ministri di questo tipo che, per amore o per costrizione, ottengono il denaro di vedove insospettabili e di altri anziani. Nella nostra società i raggiri religiosi sono diffusi tanto quanto qualsiasi altro tipo di raggiro. In realtà, di solito quando si tratta di religioni i raggiri implicano grandi quantità di denaro ( Basta vedere oggi come falsi “profeti”, “guaritori” e sedicenti “maghi”, hanno spogliato letteralmente non solo gli anziani ma, anche persone molto più giovani).
Gli scandali che hanno colpito stazioni radio e programmi televisivi religiosi, o anche guide religiose di qualche chiesa o denominazione numerosa, spesso riguardano l’abuso internazionale del denaro a favore del guadagno economico di qualche guida religiosa o telepredicatore. Inoltre, i piani, i metodi promozionali e le pratiche amministrative di questi ciarlatani religiosi esercitano una pressione subdola (che non è altro che una forma sofisticata di estorsione) per ottenere fondi dai loro ascoltatori (le tattiche utilizzate da alcuni ministri per ottenere delle offerte ci autorizzano a pensare che si tratti di una vera e propria estorsione). I Cattolici, invece, estorcono virtualmente denaro ai loro parrocchiani mediante la falsa dottrina del purgatorio, promettendo di pregare affinché un parente esca dal purgatorio in cambio di denaro. “I falsi profeti non hanno semplicemente un cuore empio e contrario alla verità, ma desiderano anche fare del male al prossimo per trarne profitto”. La forza utilizzata per estorcere denaro può essere sia fisica che emotiva.
Una delle caratteristiche tipiche dei falsi profeti è l’avidità di guadagno e l’inganno con cui cercano di ottenerlo. I ministri che dimostrano di essere molto interessati al lusso, ai bei vestiti e alle case o alle automobili costose probabilmente sono falsi profeti. I ministri che guidano chiese e organizzazioni senza amministrare le finanze con trasparenza probabilmente sono falsi profeti. I ministri che usano qualsiasi metodo, senza farsi scrupoli, per raccogliere offerte probabilmente sono falsi profeti. Fu Giuda Iscariota, il traditore di Gesù ( e tutti i falsi profeti sono traditori di Cristo), a sottrarre denaro dalla cassa di Cristo e dei dodici: “era ladro, e tenendo la borsa (la cassa di Cristo e dei dodici discepoli), ne portava via (rubava) quel che vi si metteva dentro” (Giovanni 12:6).
J.G. Butler
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