Incompresi e poi fraintesi!
“Il giorno seguente (Mosé) uscì, vide due Ebrei che litigavano e disse a quello che aveva torto: «Perché percuoti il tuo compagno?» Quello rispose: «Chi ti ha costituito principe e giudice sopra di noi? Vuoi forse uccidermi come uccidesti l’Egiziano?»…” (Esodo 2:13-14)
Qualcuno ha detto: “Peggio che non essere capiti è essere fraintesi!”
Il caro Mose: “…pensava che i suoi fratelli avrebbero capito che Dio voleva salvarli per mano di lui; ma essi non compresero.” (Atti 7:25), ma nel nostro testo non solo non viene capito, ma viene addirittura frainteso, per non dire malinteso.
A mio modesto parere, l’esperienza di essere fraintesi è sempre in agguato. Tanto è vero che capita a tutti, in qualche circostanza di esser fraintesi o di non essere riusciti ad esprimere un concetto nella forma in cui avremmo voluto.
Certo! Non essere capiti, potrebbe servire a migliorarci per essere più chiari, ma essere fraintesi, rientra tra i compiti più ardui.
Questo fenomeno di acuisce e si accentua ancora di più in modo particolare quando scrivi un messaggio o pubblichi una frase. Devi sapere che può cambiare completamente. In qualche maniera è come se consegnassi qualcosa nelle mani di un altro.
E come se per qualche ragione, finisce di essere il tuo messaggio e diventa degli altri. Quello che volevi dire tu potrebbe sparire e resta solo quello che capiscono gli altri.
Forse perchè preferiamo la rapidità e la facilità, dimenticando che queste caratteristiche, sommate a brevità e sintesi, sono i peggiori nemici della chiarezza.
Chi legge non sempre ha la possibilità o la volontà di andre oltre a quello che vede. Evidentemente, non esiste un modo semplice per far combaciare perfettamente il funzionamento di due o più menti diverse.
Volendo, possiamo pure affinare il nostro stile fino a scegliere le parole con la massima cura, ma la sensazione del ricevente o di quelli che leggono sarà sempre filtrata attraverso le proprie attese, dalla propria disposizione oppure, talvolta, dai propri pregiudizi verso il mittente.
A tutto questo si aggiunge la mancanza di un confronto diretto e di persona.
La tentazione sarebbe quella di ridurci al silenzio, per sempre, ma lo sappiamo che questo è impossibile, anche se la promessa venisse fatta con i migliori propositi.
Quando ricorrono questi casi, la scelta migliore, a mio modesto parere, s’intende, è quella di continuare ad amare quella persona e non essere sopraffatti dal rancore, esaminare la purezza dei nostri sentimenti alla Luce della Parola di Dio e affidare ogni cosa al Signore in preghiera, poichè Egli nel tempo opererà, porterà luce su tutto, chiarendo ogni incomprensione per coloro che lo amano con tutto il loro cuore!
Pace
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