L’ARMA PIÙ POTENTE: LA PREGHIERA

“Non cessate mai di pregare” (1 Tessalonicesi 5:17)

Questo verso scritto da Paolo è tanto breve quanto profondo. La versione greca originale è ancora più breve, infatti è composta da due sole parole, ma attraverso questo passaggio possiamo scoprire uno dei segreti per una vita cristiana vittoriosa.

Proprio oggi osservavo che un gruppo religioso pubblicizzava un raduno giovanile nazionale inserendo nello spot l’esempio di uomini dichiarati falliti da altri, ma poi capaci di affermarsi nei più svariati ambiti. L’intenzione era quella di incoraggiare i giovani cristiani a prendere spunto da costoro così da essere vincitori. Peccato che gli uomini presentati come esempi non fossero dei credenti, salvo poche eccezioni; anzi tra loro c’erano pure un buddista, un antisemita e un agnostico! No, non credo che l’arma motivazionale sia la strada giusta.

Altri, invece, credono che la vittoria stia nel cantare. Ci sono cristiani oggi che cantano, cantano, cantano, cantano, cantano, cantano, cantano, cantano e, se non l’avete ancora capito, cantano. Io non sono contrario al canto. Basti pensare che da quando vivo in Israele e ho approfondito la conoscenza della cultura ebraica (e quindi biblica), ho anche capito l’importanza che hanno per Dio sia il canto che la musica, rivalutandone così l’opinione che ne avevo. Però, scusatemi tanto, la vittoria cristiana non si ottiene cantando! In battaglia non si canta, si lotta! Apro e chiudo parentesi: ma c’è qualcuno che riesce a spiegarmi perché sempre più chiese stanno trasformando i propri locali in sale da concerto con luci psichedeliche e fumi che escano dai palchi? Non riesco proprio a capirlo …

Purtroppo, tanti sono gli escamotage che molti cristiani utilizzano per cercare di arrivare alla vittoria, ma il risultato è sempre lo stesso: una sconfitta dietro l’altra, in quanto non si segue la strada scelta dal Signore.

Se io e te vogliamo essere vincitori, dobbiamo PREGARE. Non c’è altra strada e, ahimè, sempre meno sono coloro che insegnano tale verità. E’ comodo dire che basta cantare o che basta credere in se stessi o che basta confidare nell’amore di Dio … La preghiera è difficile, costa sacrificio, costa impegno, costa rinuncia (vedi i discepoli che si addormentarono mentre Gesù pregava), ma le nostre battaglie si preparano e si vincono “sulle ginocchia”.

Per quarto mi concerne, negli ultimi mesi le più grandi benedizioni le ho ricevute dopo momenti di intensa preghiera. Le risposte, la pace, la consolazione e le conferme sono giunte per mezzo della preghiera e non di altro!

Questo verso è chiaro e non lascia spazio ad alcuna interpretazione. Le due parole greche utilizzate sono:

  1. ἀδιαλείπτως (adialeiptos): letteralmente, “incessantemente”, “senza interruzione”, “assiduamente”;
  2. προσεύχεσθε (proseucheste): letteralmente, “pregate (Dio)”. Si tratta di un tempo verbale imperativo “enestos”, “intraducibile” in italiano, in quanto non ha l’equivalente. Esso indica un azione che va ripetuta all’infinito.

Volendo forzare la traduzione, potremmo dire “pregate Dio all’infinito senza interruzione”, facendoci capire chiaramente che un cristiano non può vivere una vita senza pregare.

Cara lettrice, caro lettore, riscopriamo assieme la potenza della preghiera. Ne ho bisogno io, ne hai bisogno tu, ne ha bisogno ogni singola comunità, ne ha bisogna la Chiesa universale! Senza la preghiera, siamo uomini e donne deboli.

Prendiamoci del tempo a livello individuale e non trascuriamo simili momenti. A livello comunitario, incoraggiamo la fratellanza a frequentare le riunioni di preghiera, organizziamo momenti speciali di preghiera (settimane dedicate o altre simili iniziative), sfruttiamo quanto già esiste (mi riferisco, ad esempio, alle giornate nazionali di preghiera, spesso trascurate o ridotte a una o due ore di incontro!!!). Ne avremo tutti un grande beneficio spirituale.

Dio ci aiuti e ci dia la forza di capire e mettere in atto, affinché il Suo Regno possa avanzare!

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