La più grande paura dell’uomo. Essere abbandonato da Dio.
Davide era in profonda angoscia. I motivi veri possono essere per noi oscuri, così come può essere difficile, per noi che viviamo tremila anni dopo, l’accertamento dei dettagli. Sappiamo che Davide si era rifugiato in una città fortificata e si sentiva in trappola. Era così angosciante da rasentare la disperazione. Ciò accadeva perché si sentiva abbandonato da Dio stesso: “io nel mio smarrimento, dicevo: sono respinto dalla tua presenza”! Avere la sensazione che Dio ci ha abbandonati, è la peggiore forma di disperazione. Era presente anche nel tormento di Giobbe, in quanto si rendeva conto che poteva sostenere la sua difesa solo se avesse trovato Dio per discutere con lui, ma i cieli erano silenziosi e il silenzio moltiplicava la sua disperazione. Abbiamo già riflettuto sul fatto che il timore di essere stato abbandonato da Dio spinse Giacobbe a combattere nella notte con uno sconosciuto (Gen. 32:22-32) e spinse Mosè a supplicare Dio di rinunciare alla sua collera e a restare fuori dal campo degli israeliti ribelli (Es. 32:24). Nell’universo che appartiene a Dio non ci può essere niente di peggio dell’essere abbandonati da Dio: è questo il peggiore dei tormenti dell’inferno che uomini e donne possono sperimentare. “Abbandonare ogni speranza, oh voi che entrate”. Eppure, la triste realtà è che noi portatori dell’immagine di Dio oscilliamo tra il timore di essere abbandonati da Dio e il desiderio di sfuggire alla sua presenza. Lo stesso Davide non era desideroso godere della presenza di Dio quando stava peccando con Bat-Sceba e tramava di uccidere suo marito. Molto spesso ci piacerebbe che Dio guardasse da un’altra parte quando desideriamo ardentemente agire di nostra iniziativa, farci beffe di Lui e seguire le nostre strade. Avremmo piacere però che Dio mostrasse la sua presenza gloriosa nei nostri confronti e ci tirasse fuori dalle difficoltà, o da situazioni disperate. Quale benedizione incalcolabile sta nel fatto che Dio è più grande delle nostre paure. Egli non ci deve il soccorso, la liberazione o l’aiuto. Anche le nostre grida, “sono respinte dalla tua presenza!”, perché possono avere a che fare più con una disperata incredulità che con il desiderio di essere aiutati. Ma l’esperienza di Davide ci può dare un incoraggiamento, perché egli scrive altre due frasi: “ma tu hai udito la voce delle mie suppliche, quando ho gridato a te”.
Amate il Signore voi suoi santi!
Il SIGNORE preserva i suoi fedeli,
ma punisce con rigore chi agisce con orgoglio;
Siate saldi e il vostro cuore si fortifichi,
o voi tutti che sperate nel SIGNORE! (Salmo 31:23-24)
Carson
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