NON SI SONO CURATI DI CONOSCERE DIO.
Romani 1:28
“Siccome non si sono curati di conoscere Dio, Dio li ha abbandonati in balìa della loro mente perversa sì che facessero ciò che è sconveniente”.
Le epistole paoline descrivono la chiamata, la speranza e il futuro della Chiesa di Gesù Cristo.
La Chiesa del Signore, chiamata anche Sposa di Cristo, non ha una denominazione precisa di appartenenza ma sono tutte quelle anime che hanno dato il cuore a Dio, Lo adorano, ascoltano ed osservano i Suoi comandamenti, vivono per Dio e tutto quello che li circonda, sentono di non appartenergli perché vivono per il cielo.
I quattro Vangeli presentano la Persona e l’opera di Cristo storicamente; la narrazione si conclude con la morte, risurrezione e ascensione del Signore.
Negli Atti degli apostoli il risultato di questi di questi eventi storici è tratteggiato nella manifestazione e nello sviluppo della Chiesa.
Nelle epistole paoline vi è la rivelazione dottrinale e il significato teologico di tutti quegli eventi e chi legge la Parola di Dio, ha il dovere di accostarsi ad Essa con reverenza perché “Ogni Scrittura è divinamente ispirata da Dio” (2 Tm 3:16) e questo indica che Dio è l’Autore di ogni cosa scritta mentre l’uomo, è lo scrittore che sotto ispirazione mette su carta pergamena il volere dell’Altissimo.
In questo testo biblico, l’apostolo scrive l’ira di Dio contro il peccato dell’uomo impenitente.
Troppo spesso si parla dell’amore di Dio che “Egli è pietoso, buono e lento all’ira” e questo è verissimo quando la creatura si pente ed apre il cuore all’Eterno chiedendo la Sua misericordia ma per coloro che si ostinano a perseverare nel peccato, commettendo peccati sapendo di commetterli, se si spengono in quel momento non possono poi implorare il perdono nel giorno del giudizio perché Dio è anche “giusto” e renderà a ciascuno secondo il proprio operato (Ro 2:6).
Questo indica, che chi professa una religione diversa da quella descritta nella Bibbia, quella religione è falsa, non conforme al volere dell’Eterno.
La salvezza dell’uomo è personale e non possono altri chiedere il perdono per il defunto e non saranno nemmeno i sacrifici dei parenti a far cambiare parere all’Eterno giacché, il Signore dà la possibilità a tutti di ottenere salvezza ma per l’ostinato impenitente, che rifiuta l’opera dello Spirito Santo, è scritto che il “peccato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato” (Mt 12:31) ed il peccato, consiste proprio nel rifiutare l’opera, l’aiuto e il convincimento dello Spirito Santo che presentandoci Cristo quale unico mezzo di salvezza, viene rifiutata dall’uomo a suo danno eterno!
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