CAMMINARE SULL’ACQUA
Una volta che hai camminato sull’acqua, non lo dimentichi più per il resto della vita.
“Ma alla quarta vigilia della notte, Gesù andó verso loro, camminando sul mare. (…) Pietro gli rispose: «Signore, se sei tu, comandami di venire da te sull’acqua». Egli disse: «Vieni!» E Pietro, sceso dalla barca, camminò sull’acqua e andò verso Gesú. Ma, vedendo il vento, ebbe paura e, cominciando ad affondare, gridò: «Signore, salvami!»”
Vangelo secondo Matteo 14:25-30
Dopo aver visto il vento e aver ceduto alla paura, Pietro cominció ad affondare nell’acqua. Nasce spontanea una domanda: Pietro è uno che fallisce?
Il fallimento non è un evento, ma piuttosto un giudizio su un evento.
Il fallimento non è qualcosa che ci capita o un’etichetta che applichiamo sulle cose, bensì un modo di prendere in considerazione i risultati.
Prima che Jonas Salk sviluppasse un vaccino per la poliomielite davvero efficace, ne provó ben duecento senza successo. Qualcuno gli chiese come si era sentito a fallire per duecento volte.
Lui rispose: “Non ho fallito duecento volte, ho semplicemente scoperto duecento modi in cui non bisogna vaccinare per la poliomielite”.
Pietro ha quindi fallito?
In un certo senso si. La sua fede non fu abbastanza forte. I suoi dubbi furono più forti. “Vide il vento”. Allontanò lo sguardo da dove avrebbe dovuto tenerlo fisso. Affondò. Sbaglió.
Penso però che nella barca c’erano undici persone che avevano fallito più di lui.
Loro fecero fiasco in silenzio, fallirono privatamente. Il loro fallimento passó inosservato, non fu notato né criticato.
Soltanto Pietro conobbe la vergogna del fallimento pubblico.
Ma soltanto lui conobbe anche altre due cose: solo lui conobbe la gloria del camminare sull’acqua; solo lui seppe com’era tentare di fare ciò che non era capace di fare da solo e sentire l’euforia di ricevere da Dio tutta la potenza per realizzarlo davvero.
Una volta che hai camminato sull’acqua, non lo dimentichi più per il resto della vita.
Tratto da un libro di John Ortberg
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