Pakistan: in carcere a 16 anni per un “mi piace” su Facebook
Nabeel è un cristiano di 16 anni in carcere teoricamente per aver cliccato “mi piace” su una foto. Accusato di blasfemia, pur essendo totalmente incensurato, le è stata rifiutata la possibilità di uscire di prigione su cauzione.
Il magistrato della corte di Kasur (50 km da Lahore, Pakistan) ha rifiutato il diritto di uscire di prigione su cauzione al 16enne cristiano Nabeel Masih, accusato di blasfemia. Su Facebook, il giovane cristiano avrebbe, secondo l’accusatore Akhtar Ali (musulmano), condiviso e cliccato “mi piace” su una foto della Kaaba (costruzione sita all’interno della moschea al centro della località sacra Mecca, ritenuto luogo sacro per l’islam) ritenuta diffamatoria. Arrestato il 18 settembre scorso, ora quindi non potrà uscire di prigione in un’attesa del processo che potrebbe protrarsi per molto tempo.
“Nabeel è innocente, le accuse contro di lui non sono state provate” afferma Aneeqa Maria Anthony, capo dei legali che hanno deciso di seguire questo caso. I legali del ragazzo nel frattempo hanno subito minacce e intimidazioni di vario tipo. Addirittura il legale dell’accusatore ha chiaramente detto alla sig.ra Aneeqa Maria Anthony che “farebbe meglio a starsene a casa, distante da questo caso. Dovrebbe sapere che il Pakistan è uno stato islamico. Siamo tutti musulmani. La corte è musulmana. E c’è un sacco di gente qui, che voi non vedete, non contenta di voi, perché difendete un criminale, un bestemmiatore“. Tutto questo per un ipotetico “mi piace” su una foto condivisa su Facebook.
Ora, molti cristiani dell’area in cui viveva il giovane sono impauriti, temono rappresaglie dalla maggioranza musulmana, azioni purtroppo già viste in questo paese. La libertà religiosa dovrebbe essere garantita dalla costituzione del Pakistan, il quale nacque nel 1947 come stato secolare per poi diventare una repubblica islamica nel 1956. Si stima che il 95% della popolazione sia musulmana, mentre l’1,6% è cristiana (circa 2,5 milioni). La violazione dei diritti dei cristiani è continua, così come la violenza. Il Pakistan ricopre il 4° posto della WWList 2017 ed è uno dei paesi più difficili al mondo dove essere cristiani. Uno dei motivi è anche l’utilizzo malevolo della legge contro la blasfemia come arma per opprimere le minoranze in particolare quella cristiana.
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