SENSO D’INDEGNITÀ
“… Dici bene, Signore; eppure anche i cagnolini mangiano dei minuzzoli che cadono dalla tavola dei lor padroni” (Matteo 15:27)
Gesù, rispondendo alla richiesta rispettosa e riverente di quella povera donna, usò espressioni che suonano piuttosto dure ai nostri orecchi. Eppure ella, condiscendendo al crudo linguaggio del tempo, si calò nella metafora introdotta dal Signore, e non apparve affatto offesa per essere stata accostata a delle bestiole. Accettava l’idea di essere come un cagnolino che aspetta sotto la tavola del Maestro. Era pronta a lasciare agli Ebrei il posto riservato ai figli. La posizione che Gesù le aveva assegnato la soddisfaceva. I cani sotto la tavola non morivano di fame; dovevano soltanto aspettare che fossero prima serviti i figli. Le briciole di quel banchetto erano per lei sufficienti. In questo modo ella dimostrò la propria umiltà e la fede tenace che l’animava.Dovremmo andare a Cristo con un profondo senso d’indegnità, pronti a occupare il posto più umile; realizzeremo così che persino le briciole della Sua grazia e le minuzie del Suo amore sono migliori di tutte le imbandigioni di questo mondo. Quella donna pagana pregustò ciò che Cristo poteva offrirle; nelle Sue parole non si coglie il minimo accenno alla reazione di chi si sente vittima di una discriminazione. Fra tanti volti sprezzanti, i suoi tratti si raddolciscono in uno sguardo che parla di un animo rappacificato e sereno. Ella diventa l’espressione di quei cuori che desiderano ottenere la grazia di Dio, a qualunque costo.
Matteo 11.28-30 – Venite a me, voi tutti che siete travagliati ed aggravati, e io vi darò riposo. Prendete su voi il mio giogo ed imparate da me, perch´io son mansueto ed umile di cuore; e voi troverete riposo alle anime vostre; poiché il mio giogo è dolce e il mio carico è leggero.
La voce del Signore è ancora chiedendo: “Figlio mio, dammi il tuo cuore …”
Proverbi 23.26 Figliuol mio, dammi il tuo cuore, e gli occhi tuoi prendano piacere nelle mie vie;
Apocalisse 22:12 Ecco, io vengo tosto, e il mio premio è meco per rendere a ciascuno secondo che sarà l´opera sua.
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