Corea del Nord: morto lo studente americano liberato

E’ morto lo studente americano incarcerato in Corea del Nord appena dopo il suo rilascio. Ricordiamoci oggi che in Corea del Nord ci sono migliaia di fratelli e sorelle che rischiano la vita per la nostra stessa fede.

E’ morto Otto Warmbier, 22 anni, studente americano incarcerato in Corea del Nord per aver rubato un poster da un hotel durante un viaggio-vacanza là, una bravata che il regime nordcoreano ha condannato con 15 anni di carcere. Dopo 17 mesi di prigione a Pyongyang, il giovane era stato rilasciato e rispedito negli USA in gravi condizioni fisiche (in coma con gravi danni cerebrali). Molti lo ricorderanno per la surreale confessione pubblica in cui affermava di essere stato indotto dal governo americano a rubare il poster e, tra singhiozzi e lacrime di terrore, chiedeva perdono al popolo nordcoreano. Il padre in una drammatica conferenza stampa ha definito brutale il trattamento riservato al figlio.

Il regime nordcoreano usa le prigioni come inferni di tortura, mentre i campi di rieducazione sono famosi per le inumane condizioni di vita di coloro che ci finiscono. Tra i 50 e i 70 mila cristiani sono rinchiusi oggi in questi lager, costretti a passare attraverso questo processo infernale di torture e sevizie. Qual è il loro reato? Essere cristiani, credere in Gesù Cristo, possedere una Bibbia. Le condizioni economiche della nazione, le assurde manovre e minacce militari dei suoi leader, così come certe stravaganze di Kim Jong-un suscitano derisioni in molti occidentali. Tuttavia il caso di questo giovane studente americano, ridotto in fin di vita nelle famigerate carceri nordcoreane per un futile motivo, ci catapulta nuovamente nella realtà della Corea del Nord e toglie ogni dubbio: siamo di fronte a un regime sanguinario capace di cose atroci.

Vi ringraziamo ancora per tutto il supporto concreto e le preghiere per la nostra chiesa clandestina“, afferma un credente nascosto, responsabile di una comunità segreta. “Prego Dio che sparga la Sua celeste benedizione e il Suo abbondante amore su tutti voi che ci sostenete“. Ricordiamoci oggi che in Corea del Nord ci sono migliaia di fratelli e sorelle che rischiano la vita per la nostra stessa fede. Porte Aperte è al loro fianco, e insieme a tutti voi possiamo essere la loro voce e il sostegno di cui hanno bisogno.

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