Etichettare!
“Ma Gheazi, servo di Eliseo, uomo di Dio, disse fra sé: «Ecco, il mio signore è stato troppo generoso con Naaman, con QUESTO SIRO…” (2 Re 5:20)
Gheazi, servo del profeta Eliseo, etichettò il generale Naaman con: “Questo Siro!”
Siamo abituati ad etichettare le persone, ad attribuire loro la provenienza, le qualità fisiche o psicologiche positive o negative, le cataloghiamo a seconda della nostra percezione o esperienza.
Lo facciamo con persone di tutte le età. Chi non ha mai ascoltato le frasi “Quello è proprio un ignorante!”; “Quel bambino è proprio pestifero”, …
A tutti piace mettere delle etichette, perché semplificano la nostra realtà e riducono il nostro carico cognitivo; ci piace dare un significato alle azioni, alle caratteristiche, alle emozioni e infine anche alle persone.
Ho saputo di un uomo che veniva chiamato: “Vecchia Romagna!”, perché spesso si ubriacava con questo noto brandy.
Talvolta, anche a me capita che più di qualcuno per disprezzarmi, prova piacere ad etichettarmi.
Che dire! Quante volte sentiamo dire: “Il chiattone!”; “Il negro!” “Il provinciale!”; “Il terrone!”; “Il polentone!”, “Il gobbetto!” ecc…
A chi piace bollare, ignora il fatto che ognuno di noi è un essere complesso che gli altri, per scarsità di tempo, tendono a definire ricorrendo al suo lavoro, ad un aggettivo, o – peggio – ad una piccola calunnia, magari facendola passare inizialmente per un complimento, che lascia il segno in chi l’ha accettata ed in chi l’ha subita.
È dimostrato che etichettare una persona può influire sul suo comportamento futuro.
Etichettare una persona in un momento specifico potrà addirittura condizionarla per tutta la vita: può influire sulla sua personalità, sui suoi sentimenti, sulle sue emozioni, sulla sua visione di sé stessa e sul modo di affrontare gli avvenimenti della vita reale.
Una proposta!
Eliminiamo di bollare, attribuendo una certa qualifica a qualcosa o qualcuno visto che siamo tutti esseri con grandi capacità di cambiamento e di adattamento.
L’unica cosa che questi giudizi provocano è creare limiti nelle persone.
Ci conforta sapere che Dio non ci etichetta, ma ci chiama per nome: “…le pecore ascoltano la sua voce, ed EGLI CHIAMA LE PROPRIE PECORE per nome e le conduce fuori.” (Giovanni 10:3)
Facciamo si che nessuno ci ponga dei limiti, che nessuno ci dica cosa siamo o non siamo capaci di fare; inseguiamo i vostri sogni, lottiamo per essi e non smettiamo mai di provarci confidando nell’aiuto di Dio!
Pace
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