BREVE RIFLESSIONE DEL FRATELLO FRANCESCO TOPPI
Per paura di perdere i nostri figli ci accontentiamo spesso della loro esperienza cristiana epidermica e dei momenti di grande emotività, da essi considerati esperienze profonde. Invece di essere dei “nati di nuovo”, alcuni di essi si sono fermati ad un “embrione” cristiano.
Entrano a far parte ufficiale della Comunità senza una vera conversione, con una sedicente benedizione pentecostale (battesimo in Spirito Santo) ma senza una vita di separazione dal mondo. Per non perderli, li ingaggiamo in attività musicali e vocali di dubbia origine, cosìcchè la musica e il canto, che dovrebbero essere “le umili ancelle” del culto cristiano, sostituiscono e prendono la preminenza ed il posto di un autorevole indottrinamento.
Le nostre chiese non debbono trasformarsi in “circoli religiosi ricreativi”, ma rimanere Comunità di credenti, trasformati dalla potenza dello Spirito Santo.
Se sapremo ritenere e rimanere nei principi biblici fondamentali, allora, se il Signore non torna prima, gli anni a venire saranno forieri di opportunità, di Grazia e di esperienze genuine profonde, per la salvezza delle anime e l’edificazione dei credenti. Possano queste poche riflessioni, espresse come sono uscite dal cuore d’un umile servitore e testimone del grande risveglio portato dalla Spirito Santo, incoraggiare tutti i miei cari fratelli attivi nel Ministerio della Parola, ad una sempre più profonda concretezza e coerenza, continuando a “combattere strenuamente per la fede che è stata una volta per sempre tramandata ai santi“ (Giuda 3).
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