COME RISPONDERE AI FRAINTENDIMENTI? 2 Corinzi 1:1-12 – 2:4
Per natura, l’essere umano, è sospettoso. Quando si riceve un’offesa o ci si sente feriti subito, si cominciano a cercare le prove per stabilire chi ci abbia fatto del male.
L’essere sospettoso, dubitare di tutto e di tutti, uccide ogni relazione, perché si finisce per credere il peggio degli altri.
Purtroppo a tutti noi può accadere di trarre conclusioni sbagliate, sulla base di supposizioni o sospetti che poi si rivelano infondati.
“Non mi ha salutato, perché vuole ignorarmi”.
“Non m’invita, perché non vuole avere nulla a che fare con me”.
“Si fida degli altri ma non si di me”.
“Non mi piace. Non so perché ma non mi piace”.
“Non credo sia vero quello che sta dicendo. È un ipocrita”.
Mal giudicare ed essere mal giudicati è possibile. Può accadere che anche gli amici migliori ci fraintendano e quindi nascano delle incomprensioni. Quando ciò accade, più sono vicini a noi quelli che fraintendono, maggiore è il dolore che una tale situazione comporta.
Come agiamo quando siamo incompresi, dice molto sulla nostra maturità cristiana.
Siamo tutti colpevoli di trarre conclusioni sbagliate sulla base di frammenti di prova o di supposizioni.
Il nostro brano ci porta faccia a faccia con questo tipo di problema perché l’apostolo Paolo si trovò in difficoltà con la chiesa di Corinto, da lui fondata, perché un gruppo di facinorosi insinuava che lui non fosse un vero apostolo e usava la chiesa per i suoi scopi personali.
La loro argomentazione principale si basava sul fatto che Paolo era inaffidabile perché aveva cambiato i suoi piani non una ma ben due volte. Non era andato a visitare la chiesa di Corinto come aveva detto, quindi, avendo un carattere volubile, il suo messaggio era inaffidabile.
Eppure questo grande problema era nato da una piccola scintilla.
Così accade di solito. Si comincia a pensar male di qualcuno che non ci saluta, di qualcuno che non risponde alla nostra e-mail, non ci invita a casa sua, non si presenta a un appuntamento …
Piccole cose. Una piccola scintilla può far divampare un fuoco che incenerisce un rapporto, una relazione.
Chiese hanno avuto grossi problemi per qualcosa che era nata piccola ma che poi e divampata sproporzionatamente.
Coniugi sono arrivati alla separazione a causa di qualcosa di piccolo che poi si è ingigantito.
Amicizie si sono rovinate a causa di scintille che sono divampate.
Il testo ci mostra come Paolo ha risposto a un’incomprensione che minacciava di distruggere un’amicizia e una chiesa locale.
I. LE NOSTRE AZIONI POSSONO ESSERE CONTESTATE.
Leggendo le due epistole che Paolo scrisse ai Corinzi, sembra che egli abbia fatto tre decisioni diverse sul suo viaggio a Corinto:
1. Prima ha programmato il suo viaggio, volendo passare dalla Macedonia (1 Corinzi 16:5-7). In questo caso, non si tratterebbe di una breve visita perché voleva passare l’inverno con loro. Conclude la sua intenzione dicendo: “Se il Signore lo permette” (v. 7). Quel viaggio non ha avuto luogo.
2. In seguito ha programmato il suo viaggia pensando di andare direttamente a Corinto, fare un salto in Macedonia per poi ritornare di nuovo a Corinto per poi andare in Giudea (2 Corinzi 1:15-16). Anche questo programma non si è adempiuto.
3. Infine, ha deciso di rinviare il suo viaggio del tutto: “Avevo infatti deciso in me stesso di non venire a rattristarvi una seconda volta” (2 Corinzi 1:2).
Non abbiamo tutti i dettagli per definire cosa sia successo. Ciò che sappiamo e che alcuni malpensanti utilizzano questi cambi di programmi per attaccare la sua attendibilità.
Mantenere la parola è molto importante per tutti noi. Se le persone non si possono fidare di te, come possono ascoltare quello che hai da dire?
L’apostolo Paolo risponde a queste insinuazioni ripetendo che la sua coscienza è pulita, che non ha nulla da nascondere e che non ha cercato di ingannarli (v. 12-13).
Qui abbiamo un potente insegnamento. Quando le tue azioni saranno contestate, non cercare scuse o giustificazioni, dì soltanto la verità con cuore aperto.
Dio ti aiuterà perché la Sua presenza e potenza si esprimono perfettamente nella verità. Un tale atteggiamento vale più che cercare di giustificarsi o convincere i contestatori.
II. LE NOSTRE PAROLE POSSONO ESSERE FRAINTESE.
Vero è che Paolo aveva cambiato programma, ma voleva far comprende che la sua unica preoccupazione era il loro benessere: “Noi non signoreggiamo sulla vostra fede, ma siamo collaboratori della vostra gioia, perché nella fede già state saldi” (1:24).
Paolo accetta la possibilità che si dica una cosa e poi per sopravvenute circostanze non si è in grado di mantenerla, ma invita i Corinzi a guardare al Signore, perché “le promesse di Dio hanno il loro sì in lui” (v. 20).
La nostra fede non si deve basare sulle promesse degli uomini ma di Dio. Gli uomini, anche i più santi, possono venir meno ai loro buoni propositi, Dio no.
Può accadere che le persone innocentemente ci fraintendono, ma può accadere che alcuni scelgano maliziosamente di fraintenderci.
In ogni caso, la nostra fiducia e speranza sono sempre in Dio, avendo la coscienza pulita e la consapevolezza di aver fatto tutto quanto era nelle nostre possibilità.
Quando qualcuno fraintenderà o torcerà volutamente le tue parole per farti del male, non disperarti. Di sempre la verità con chiarezza e poi affida il tuo futuro nelle mani di Dio che ti conosce profondamente e intimamente.
III. LE NOSTRE MOTIVAZIONI POSSONO ESSERE SOTTOVALUTATE.
I critici di Paolo seminavano dubbi sulle sue motivazioni, inducendo a credere che egli agisse per interessi personali e non per amore dei credenti di Corinto.
A questo, Paolo risponde: “Ora io chiamo Dio come testimone sulla mia vita che è per risparmiarvi che non sono più venuto a Corinto” (v. 23).
Invece di arrabbiarsi, Paolo si rimette all’onniscienza di Dio che conosce perfettamente le motivazioni del suo cuore e risponde a questi sospettosi credenti con amore: “Poiché vi ho scritto in grande afflizione e in angoscia di cuore con molte lacrime, non già per rattristarvi, ma per farvi conoscere l’amore grandissimo che ho per voi” (v. 4).
Non si può far guerra per ogni cosa o risolvere tutti i problemi del mondo. Purtroppo incontreremo sempre qualcuno che non vuole ascoltare o che ama fare discussioni. Incontreremo sempre qualcuno che ha già le sue idee o che ha una risposta per tutto.
Questa era la situazione della chiesa di Corinto e Paolo sapeva che la sua presenza a Corinto in quel momento e in quella situazione avrebbe peggiorato le cose, quindi, anche se aveva detto che sarebbe andato, per amor loro, decise in seguito di non andare.
A volte, invece di un nostro diretto intervento, è più utile lasciare alla gente il tempo per riflettere, per pregare, per ragionare e, allo Spirito Santo, il tempo per ammorbidire i cuori.
Così, Paolo, al fine di non creare problemi, decise di aspettare ad andare a Corinto in attesa che Dio creasse le circostanze favorevoli. Questo è segno di grande maturità.
Aspettare è sempre difficile ma, a volte, indispensabile. Molti errori si fanno perché non si vuole aspettare.
Paolo, ai malpensanti che lo accusavano, ha dato spiegazioni a cuore aperto, dichiarando semplicemente la verità.
In conclusione, voglio ricordare alcune cose:
1. È possibile essere fraintesi e questo può venire anche dalle persone che amiamo e ci amano (Famiglia, credenti, amici…).
2. La migliore risposta è la verità detta con amore.
3. Non possiamo controllare la reazione degli altri. Raramente le nostre spiegazioni convinceranno tutti e potrà accadere che anche i nostri più intimi amici non ci crederanno. A questo punto dobbiamo decidere di lasciare la nostra reputazione nelle mani di Dio e abbandonare ogni polemica.
4. Prega per chi fraintende.
5. Non rendere male per male. Un prezioso esempio è Gesù.
I seguaci di Cristo a volte possono essere fraintesi, non solo dal mondo ma anche dagli altri cristiani. Che Dio ci dia lo Spirito di Cristo il quale “oltraggiato, non rendeva gli oltraggi; soffrendo, non minacciava, ma si rimetteva a colui che giudica giustamente” (1 Pietro 2:23). Quando sarai frainteso, coraggio, vai avanti!
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