India: passa la legge anti-conversione

 

Passa la legge anti-conversione nello stato di Jharkhand (India), potenziale arma contro chi si converte a Cristo. Continua il processo di induizzazione del paese. Aumenta la persecuzione.

Il 12 agosto scorso, l’Assemblea dello stato di Jharkhand (India) ha approvato il disegno di legge anti-conversione che è stato spinto dal governo guidato dal partito Bharatiya Janata Party (BJP), promotore di un radicalismo induista che sta cambiando il volto dell’India. La domanda dei partiti dell’opposizione di inviare il disegno di legge a un comitato selezionato è stata respinta. La legge sulla libertà religiosa andrà ora al Governatore e dopo il suo consenso, andrà al Presidente per l’approvazione definitiva. Il Presidente fa parte dello stesso partito induista BJP. La legge può facilmente diventare un’arma contro chi si converte dall’induismo ad altre religioni, in particolare al cristianesimo: ciò è in linea con la strategia e politica di induizzazione del paese messa in atto dall’amministrazione del Primo Ministro Modi. Tale politica ha portato a una escalation di persecuzione e discriminazione contro i cristiani.

Il nuovo disegno di legge prevede la detenzione per 4 anni e la multa di 100.000 rupie (oltre 1.300 euro) o entrambe, per coloro che attraggono o forzano alla conversione. Nonostante l’opposizione affermi che il BJP vuole creare un divario tra le comunità, il capo del BJP, Radha Krishna Kishore, ha sottolineato che c’è stata una crescita del 30% dei cristiani a Jharkhand. E, secondo lui, quelli convertiti erano i poveri, spesso attirati ad adottare una nuova religione. Quando sarà firmato dal Presidente (questione di giorni), lo Jharkhand si unirà agli stati indiani che già hanno approvato una legge anticonversione, che sono Odisha, Chhattisgarh, Madhya Pradesh, Himachal Pradesh e Gujarat.

Da anni denunciamo la deriva del nazionalismo religioso induista che sta letteralmente cambiando il DNA di questa nazione. Il governo indiano ha pianificato la deportazione di 40.000 Rohingya considerati immigrati illegali, anche se registrati dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati. I Rohingya sono un gruppo etnico a maggioranza musulmana; al loro interno ci sono convertiti alla fede cristiana, che sono perseguitati dai loro simili e ora anche dallo stato indiano. “Non ci permettono più di lavorare. Ci aspettiamo il peggio nei prossimi giorni” ci racconta il pastore Alì, cristiano di etnia Rohingya ora soggetto ad espulsione.

La persecuzione aumenta in India (15° posto WWList), le leggi discriminatorie anche, l’attitudine del governo indiano nei confronti delle istituzioni e degli accordi internazionali appare sempre più discutibile: siamo di fronte a una nuova era dell’India che appare sempre più fosca e oscura.

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