GIOSUÈ 3:1-17 OLTRE IL GIORDANO
Il successore di Mosè, un uomo dotato e al quale non faceva certo difetto il coraggio, dopo aver servito Dio a fianco del suo predecessore, porta a termine il viaggio di liberazione del popolo d’Israele.
Ora a separarlo dalla terra promessa, dopo tante difficoltà superate nel deserto, non è rimasto che il Giordano, in piena proprio in quel periodo.
Giosuè col popolo si accampa nei pressi del fiume. Riescono già a vedere le fertili pianure e i colli di quella che dovrà diventare la loro terra, dove finalmente potranno gettarsi alle spalle le tristi vicende della schiavitù in Egitto e le sofferenze del lungo viaggio. Ma, come attraversare il fiume? Non hanno barche ed è impensabile poter attraversare a nuoto: I’impresa si presenta realmente al di là delle loro possibilità.
Ma il popolo, al comando di Giosuè, si appresta ugualmente alla traversata, in un modo che agli occhi umani potrebbe sembrare completamente folle. Entra in scena l’Arca del Patto, sopra ogni cosa si eleva la presenza di Dio e, all’improvviso, in maniera inspiegabile, le acque si fermano ed il popolo può passare, completamente all’asciutto; dopodiché, le acque riprendono a defluire regolarmente.
Come Giosuè introdusse il popolo nella terra promessa, per godervi pace ed essere una nazione santa, consacrata a Dio, così Gesù ci ha già introdotti nel Suo meraviglioso Regno. Non dimentichiamo però quanto sia stata importante per gli Ebrei l’Arca, la quale, nel momento cruciale del viaggio, svolse un ruolo determinante, precedendo il popolo per dare una patria a chi prima non ne aveva.
Anche noi non vogliamo dimenticare di tenere nella debita considerazione la presenza e la Parola di Dio, affinché, nei momenti difficili del nostro cammino, quando ci troveremo davanti al “Giordano”, ci ricordiamo dell’esempio di Giosuè e siamo incoraggiati: le acque si fermeranno e noi passeremo all’asciutto.
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