Il paese vive un’epoca difficile di instabilità e radicalismo, dove un ennesimo processo di pace non offrirà un miglioramento della vita dei pochi cristiani afgani che vivono la loro fede nella clandestinità.
Vivere la fede cristiana apertamente in Afghanistan non è possibile: per questo si trova al 2° posto della nostra WWList 2018. Le ragioni per le quali questo paese ha quasi lo stesso punteggio nelle nostre ricerche della Corea del Nord sono molte. L’islam è la religione dominante e il paese si definisce una repubblica islamica. Il governo centrale non riesce a controllare l’intero territorio; talebani, ISIS e altre milizie sono parte integrante del panorama sociale. Nei primi mesi del 2018 già diversi attacchi terroristici hanno mietuto molte vittime. Nel solo 2017 vi sono state almeno 10 volte più morti in attentati terroristici del totale delle vittime di attentati nell’intera Unione Europea in tutti gli anni di attività terroristica dell’ISIS!
Il presidente Ghani, nel suo tentativo di recuperare una sorta di pace, sta invitando da tempo i talebani a diventare un partito rappresentato nel Parlamento afgano (non è il primo tentativo ed inoltre i talebani non si riuniscono sotto un unico gruppo, quindi il processo non è di certo facile). “Anche se fossero d’accordo, bisogna capire a che prezzo”, afferma Muller, un nostro analista. “In ogni caso alcuni gruppi continueranno a combattere il governo centrale e probabilmente altri potrebbero considerare di unire le forze con gruppi radicali diversi come l’ISIS, nonostante le diversità ideologiche. Questo processo di pace difficilmente renderà l’esistenza più facile ai cristiani, i quali vivono la loro fede nel segreto in Afghanistan”.
Tra le cose in discussione, inoltre, vi è una sorta di nuova carta di identità elettronica (per favorire censimento) per i cittadini afgani. Si discute quali dati essenziali debba contenere, e si parla di inserire il gruppo etnico di appartenenza e anche la religione. “Nessun afgano sottoscriverà mai un documento dove nero su bianco attesti di essere cristiano”, sottolinea Muller. I cristiani afgani sono ex-musulmani, quindi persone che hanno abbandonato l’islam a rischio di pagare anche con la vita questa scelta: in tutte le sfere dell’esistenza possono sperimentare persecuzione estrema questi convertiti, figuriamoci se attesteranno nella loro carta identità la loro reale fede.
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