Non voglio fare arrabbiare nessuno-Franco Neri

 

Leggo di lamentele contro chi pubblica la propria dichiarazione di fede, secondo le quali, la propria dichiarazione di fede creerebbe ostacolo al pari sentimento tra i cristiani.
Bisognerebbe ridefinire il significato di pari consentimento se si pensa a tutti coloro che si definiscono cristiani, a vario titolo.

Per fare un esempio.. se uno crede in Branham e l’altro non crede nel battesimo secondo l’insegnamento di Gesù dove sta il pari sentimento tra e con, chi ha un’altra consapevolezza?

Dove sta il pari sentimento con chi predica il vangelo della prosperità o con il rinnovamento dello spirito?

E con chi non crede nel battesimo nello Spirito Santo con evidenza iniziale del parlare in lingue?

Nell’etichetta di dirsi Cristiano? Oppure nello stare insieme in
una sorta di cooperativa religiosa che vuole riunire persone tanto per fare gruppo e buttarsi nel sociale..abbastanza trendy in questi anni?

Se invece si intende raggiungere una educata convivenza oltre le differenze, con scopi che non siano cultuali.. allora il discorso cambia.

In quel caso meglio tacere le proprie convinzioni dottrinali…ma si dai…meglio parlare di calcio tra credenti piuttosto che rischiare attriti per motivi dottrinali…

Ma l’esperienza di fede del credente é un’altra cosa. E chi si sente giudicato investighi se stesso davanti alle Scritture, non dia la colpa al fratello.

Il pari sentimento si raggiunge tra coloro che condividono la stessa esperienza di fede. Altra cosa è l’ecumenismo ricercato tra coloro che si dichiarano evangelici.

Giudizio e condanna non sono per ora, tra le facoltà del credente lo saranno nel Regno dei Cieli. Adesso restano esclusiva prerogativa di Dio che le eserciterà secondo il proprio proponimento, così com’è scritto.

Il cristiano maturo si esprime in armonia con le Scritture e non vi è nulla di meglio che dimostrare con la Bibbia ciò che si crede, questo è il giusto giudizio al quale siamo chiamati.

Esprimere la propria confessione di fede aiuta a trovare altri fedeli con cui avere pari sentimento, non necessariamente deve essere intesa come occasione per creare delle conflittualità.
Preferisco conoscere l’esperienza di fede di una persona e capire se c’è comunione per un comune impegno di cammino e servizio cristiano, piuttosto che avere al fianco una persona che fa mistero del suo credo nel tentativo di raggiungere un ecumenismo poco probabile ..alternando sospiri e malumori a causa delle differenti esperienze di fede.

Alla base di ogni cosa guardiamo che non manchi l’amore cristiano

Che non è solo quello affettivo e tollerante, ma è anche quello che insegna e corregge con pazienza e umiltà, ma anche con sicurezza e autorità, data dal Vangelo, secondo il carattere di Cristo.

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