1.0 INTRODUZIONE
Da qualche anno a questa parte insiste su internet una tendenza alla giudaizzazione del cristianesimo! L’aspetto più interessante di questa tendenza è il predicare che Gesù è una persona diversa da Yeshua, il Figlio di Dio, in quanto il nome attribuito al Signore incarnato è diverso da quello pronunciato in Israele al tempo della vita di Gesù. Ma stanno proprio così le cose? C’è davvero una differenza tra Gesù e Yeshua?
Un concetto completamente extra-biblico, che tuttavia sembra esercitare un certo fascino sui più deboli o su coloro che molto facilmente si lasciano trasportare da venti di dottrine. Per tale ragione in accordo con altri studiosi e docenti di scuola biblica, ho deciso di pubblicare uno studio che tenda a fare un po’ di luce in questa strana penombra tesa a riportare i cristiani sotto una velata forma di “legge” rinnovata!
2.0 TENTATIVI DI GIUDAIZZARE IL CRISTIANESIMO
Forse in pochi ci hanno fatto mai caso, ma fin dai tempi del Nuovo Testamento, l’uomo ha sempre cercato di creare una forma ibrida di cristianesimo giudaizzato. Paolo, l’Apostolo, ha sempre combattuto questo fenomeno e quindi anche noi come cristiani dovremmo seguire il suo esempio. Oggi non ci sono appigli alla giudaizzazione del cristianesimo e quindi questi “perditempo” della religiosità inventano sconsolate diatribe sul nome di Gesù, ai tempi di Paolo l’appiglio era la circoncisione, ma l’Apostolo usa fermezza contro questa pratica: “Ecco, io, Paolo, vi dico che se vi fate circoncidere, Cristo non vi gioverà nulla”(Galati 5:2). Senza troppi giri di parole va al dunque, “l’inutilità della circoncisione ai fini di Cristo”. C’è altro da aggiungere? Si? Paolo chiarisce ai Colossesi l’inutilità di fare discussione sui sabati ed i cibi: “Nessuno dunque vi giudichi per cibi o bevande, o rispetto a feste, a noviluni o ai sabati”(Colossesi 2:16). Sotto la guida dello Spirito Santo, l’apostolo, ridimensiona il problema religioso e lascia comprendere che è del tutto inutile il ritualismo giudaico nell’ambito del cristianesimo, alla cui fonte v’è il Nuovo Patto di Gesù Cristo. Mentre il cristianesimo diventava una corrente Gentili-oriented, i convertiti ebrei rivendicavano il diritto dell’ebraicità di Gesù. Un diritto pienamente concesso, ma non ha nulla a che vedere con l’uso del nome e la sua traslitterazione. Pertanto questo appiglio è da considerarsi sempre un “piccolo gioco” di Satana per confondere e creare inutili attriti denominazionali.
3.0 GESU’ ERA EBREO
Sulla radice ebrea di Gesù non ci sono dubbi e nessuno può affermare diversamente, tanto meno che Gesù fosse un gentile (secondo alcune correnti di ebraismo deviato). Gesù era un ebreo e come tale era sotto la Legge. La sua rivoluzionaria predicazione, tuttavia, non avrebbe dato il via alla Nuova Alleanza se non con la sua morte e questo lo apprendiamo facilmente dalle scritture: “Poiché dove c’è un testamento, ci deve essere necessariamente anche la morte del testatore. Il testamento infatti è valido solo dopo la morte di qualcuno, perché non ha alcuna forza mentre vive ancora il testatore.” (Ebrei 9:16-17). Il Nuovo Testamento richiede, per essere efficace, la morte del testatore: la morte di Gesù. La Nuova Alleanza quindi è inaugurata con la morte di Gesù e mai prima. Pertanto Gesù non era cristiano, ma era ebreo. Il cristianesimo è la conseguenza della Nuova Alleanza.
4.0 IL NOME GESU’
Il nome di Gesù non ha nulla a che vedere con la sua ebraicità. Il significato del nome “Yahweh salva” ha un ruolo cruciale, ma il nome personale in quanto tale, non designa necessariamente una perdita di identità dell’universalità di Gesù. Il nome del Signore sulla terra era probabilmente “Yehōshūa”, ma a grandi linee si potrebbe anche affermare che non fosse nemmeno questo, visto che in aramaico è pronunciato come “Yēshūa”, ed in Galilea l’aramaico era quasi la “lingua ufficiale.” Quindi cosa vogliamo dire? Che non si tratta della stessa persona? Cosi non sia! E’ sempre la stessa persona, per gli ebrei di Gerusalemme era “Yehōshūa” per quelli della Galilea era “Yēshūa”; sempre di Gesù si tratta alla fine. Personalmente questo finto ebraismo cristianizzato moderno su di me non esercita nessuno scompiglio, anzi credo che costoro siano “cristiani” con note “farisaiche”, non tipiche del vero cristianesimo. Per ipotesi dico forse che essendo Gesù vissuto in Galilea, sicuramente da uomo non ha mai sentito pronunciare il suo nome come “Gesù”, ma l’avrà sempre sentito pronunciare come “Yēshūa”. Tuttavia non dobbiamo dimenticare una cosa importantissima, il Nuovo Testamento è scritti in lingua originale greca, di conseguenza il nome di Gesù ha una forma greca: “ Ἰησοῦς” (Iēsous), né aramaica, né ebraica eppure parla sempre dello stesso Gesù, Figlio di Dio, salvatore e Signore! Su questo non ci sono dubbi! Dal greco siamo arrivati alla forma italiana “Gesù”; a quella inglese e tedesca: “Jesus”; quella francese: “Jésus”; a quella spagnola: “Jesús”; quella rumena “Isus”; e potrei andare all’infinito per tutte le lingue e gli idiomi. Ma di chi parliamo? Parliamo sempre del Figlio di Dio universalmente riconosciuto “Gesù Cristo”, si tratta di una mera traslitterazione! Pertanto a cosa serve questa guerra linguistica? A niente! Serve solo a creare attrito inutile e dispendioso.
5.0 I COSPIRATORI PERDITEMPO
I cospiratori, i teorici del vangelo “annacquato”, i promotori delle teorie complottiste ai danni della verità sono solo DEI PERDITEMPO, SCANSAFATICHE DELLA VERITA’. Costoro sono impegnati a creare lotte intestine tra i credenti, riuscendo perfino a seminare il dubbio nelle menti più semplici e negli ingenuotti che non leggono le scritture. Alcuni gruppi arrivano addirittura a parlare si “falsificazione del vangelo” da parte della chiesa successiva a quella primitiva, ed in alcuni casi della chiesa primitiva stessa, altri se la prendono con i cattolici, altri ancora con il protestantesimo, TUTTE CHIACCHIERE, al servizio della perdita di tempo. Esistono circa 6000 copie originali (manoscritti) del Nuovo Testamento in greco e ben 19.000 copie (manoscritte) in altre lingue antiche quali il copto, il siriano ed il latino.
6.0 IN CONCLUSIONE
Yēshūa, Yehōshūa, Iēsous, non sono nomi diversi, ma pronunce diverse dello stesso nome “Gesù”. Le diverse lingue percepiscono i suoni fonetici in modo diverso, anche in base alla funzionalità linguistica. Vogliamo proprio fare esempi infantili? Prendiamo l’apostolo Pietro, cosi lo conosciamo in lingua italiana; ma gli inglesi lo conoscono come “Peter”, i francesi come “Pierre”, gli spagnoli come “Pedro”, eppure parliamo solo sempre ed esclusivamente dell’apostolo Pietro! Queste lingue hanno forse cambiato il nome dell’Apostolo? No di certo, ne cambiano solo la pronuncia linguistica. Quello che conta è sapere il significato di tale nome e l’evangelista Matteo, sospinto dallo Spirito Santo, ha immediatamente dato la sua spiegazione: “Ed ella partorirà un figlio e tu gli porrai nome Gesú, perché egli salverà il suo popolo dai loro peccati ” (Matteo 1:21). Gesù salva il suo popolo (universale) dai suoi peccati. Dio salva, quindi il nome di Gesù ha il significato immediato di “salvezza da parte di Dio”. Nella bibbia ci sono altri Gesù come ad esempio il Luca 3:29 (Gesù, figlio di Eliezer, che la Diodati traduce con Iose) oppure Gesù il giusto, in Colossesi 4:11; costoro, tuttavia non identificano “Gesù Cristo”, il Signore e Salvatore. Voglio concludere, quindi, affermando che l’uso pronunciato e ortografico del nome “Gesù” in una propria lingua, non è un fatto di cospirazione, ma un fatto di cultura e di fonazione. Di conseguenza lasciate perdere coloro che vi attirano in queste discussioni, poiché la bibbia stessa ci dice: “Evita inoltre le discussioni stolte e insensate, sapendo che generano contese.”(2 Timoteo 2:23).
A DIO LA GLORIA!
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