IL PECCATO CONTRO LO SPIRITO SANTO-past Roberto Bracco
STUDIO BIBLICO di ROBERTO BRACCO (Inedito) –
Introduzione: Molti nel riferirsi al peccato contro lo Spirito Santo, lo definiscono “bestemmia contro lo Spirito Santo”. Noi pensiamo che la definizione sia approssimativa in quanto precisa soltanto uno degli aspetti del “peccato”. Forse chiariamo meglio nel dire che il peccato imperdonabile (o a morte) e che sempre è contro lo Spirito Santo, non corrisponda necessariamente alla “bestemmia” le cui caratteristiche sono precisate dalla Scrittura.
Bisogna subito aggiungere che la “bestemmia” secondo il concetto biblico ha una propria articolazione che non deve essere ignorata per poter comprendere bene l’argomento. Può essere:
- – Ingiuria verso la divinità (Lev. 24:16)
- – Espressioni di menzogna (Apoc. 16:9-11)
- – Usurpazioni di prerogative divine (Matteo 26:65; Apo. 17:3 Marco 2:17)
- – Biasimo verso una testimonianza per coinvolgere Dio stesso. (Tito 2:5)
- – La propagazione di eresie (1 Tim. 1:20; 2 Tim. 2:17)
- – La tipica bestemmia contro lo Spirito Santo che è cosciente opposizione e la deliberata ingiuria contro l’azione divina (Marco 3:29)
NOTA: Solo di quest’ultima è detto che “non sarà perdonata né in questo secolo, né nel futuro” (Matteo 12:32) (Verso questo interpretato o alla luce di Marco 3:29 o a quella di Rom. 2:14-16 che nel parlare di “coscienza” dichiara implicitamente la condanna del peccato deliberato e cosciente).
Quindi, per concludere, la bestemmia contro lo Spirito Santo non è l’ingiuria verbale ad una Persona della Trinità, quale manifestazione blasfema derivante dall’ignoranza triviale, ma è opposizione sacrilega all’azione divina, opposizione espressa al solo fine di salvare ed esaltare la propria posizione in lotta all’opera e al messaggio di amore e di verità che risuona dall’azione dello Spirito (Matteo 12:24, 27).
Noi ovviamente, poniamo la bestemmia contro lo Spirito Santo nella categoria del peccato imperdonabile,
- Che cos’è il peccato?
Nota: Compiendo analisi filologiche è stato detto che il peccato è: “mancare il bersaglio” “fallire lo scopo” “cadere”; benché anche queste definizioni siano illuminanti, preferiamo quelle fornite direttamente dalla Scrittura.
- La trasgressione della legge (1 Giov. 3:4; Giac. 2:10-11)
- La resa alla concupiscenza (Giac. 1:15)
- Omissioni delle opere di Dio (Giac. 4:17)
- Azioni contro coscienza o contro fede (Rom. 14:23; Rom. 14:14)
- II peccato imperdonabile
Nota: Premesso che sempre il peccato produce la morte (Rom. 6:23; Giac. 1:15; 1 Giov. 5:^6; 1 Giov. 1:6) rimane da stabilire quando questo stato può essere considerato definitivo, cosa questa che ha suscitato infiammate polemiche nel corso dei secoli e che sono emerse almeno in quattro distinte correnti:
- Peccati veniali, peccati mortali (anche quest’ultimi estinguibili a mezzo dei sacramenti).
- Peccati che offendono clamorosamente la morale (fornicazione, adulterio, omicidio…)
- Peccati che offendono l’esperienza spirituale (abiura, idolatria)
- Peccati che determinano, una condizione d’indurimento.
Noi propendiamo per quest’ultima tesi pur accettando il principio che la chiesa, nell’esercizio del ministero disciplinare, possa sanzionare entro i limiti della Scrittura, qualsiasi forma di peccato.
Se non formalmente, sostanzialmente il peccato è sempre uguale: uno stato patologico della vita spirituale, quindi la differenza fra quello da cui si può guarire o risuscitare e quello che produce definitivamente la morte è determinata esclusivamente dall’attitudine dell’uomo di fronte all’azione di Dio che è l’azione dello Spirito Santo, esecutivo di Dio, ultimo agente nell’economia della grazia (Matteo 21:36-37) fornisce un’illustrazione esemplificativa.
- – Anche il peccato di coloro che rifiutano il messaggio della grazia. Giov. 16:8; 3:18.
Nota: Coloro che si oppongono all’azione dello Spirito muoiono non per i loro peccati, ma “nei” loro peccati.
a – Il peccato conseguente ad un calcolo cosciente, deliberato, spinto fino alle estreme conseguenze (Matteo 12:31-32) (Ebrei 12:7)
Nota: Il parallelo ripropone la bestemmia contro lo Spirito Santo e stabilisce un’analogia col peccato che eclissa il pentimento. Sovente si è ricordato un altro parallelo, ma di contrapposizione, quello di Saul e Davide… due stati che illustrano la differenza fra “peccato” e “peccato”.
b – Opposizione costante all’azione di Dio espressa dallo Spirito a mezzo della Parola (Apo. 2:7; Ebrei 6:7)
Nota: Questo verso, applicato con poca luce e con eccessiva severità in molti ambienti, parla di. “spesse volte” e ci ricorda quindi passi analoghi della Scrittura. (Gen. 6:3; Prov. 29:1; Apo. 3:2)
c – Il peccato volontario (Ebrei 10:26)
Nota: Questo forse è il verso che più degli altri è stato usato nel corso delle polemiche relative al peccato. Prescindendo dai motivi di luogo e di tempo che hanno ispirato l’epistola, rimane da stabilire quali devono essere le caratteristiche del peccato perché questo venga considerato “volontario”.
Certamente non basta il concorso fisico del soggetto perché se così fosse, non esisterebbe peccato da escluderai da questa categoria e quindi noi concludiamo che per peccato volontario debba intendersi quanto già detto alla lettera a.
d – Può essere il peccato di sacrilegio consumato per esaltare la propria personalità (Atti 8:22; (notare “se forse”) (Dan. 5:23
3. – Perché diciamo che il peccato imperdonabile è quello contro lo Spirito Santo.
Nota: Abbiamo già anticipato che si ravvi.sa un motivo anche dispensazionale nel rapporto peccato-azione dello Spirito, ma dobbiamo aggiungere che l’uomo giunge alla morte proprio lottando contro lo Spirito.
- Che giudica e convince (I Cor. 14:24 Giov. 16:8)
- Che converte (Atti 2:37, 4-1) – Nota: Il sermone pentecostale è stato anche il sermone dello Spirito Santo.
- Che rigenera (Giov. 3:5)
- Che santifica (Porri. 15:16)
- Che rende partecipi del Regno (Rom. 14:17)
- Che parla, guida, ammonisce (Giov. 16:13; Apo. 2:5)
- Ma che può essere “contristato”, “spento”, “contrastato”. (Efe. 4:30; 1 Tess. 5:19; Atti 7:15)
- Al quale si può “mentire” o che si può bestemmiare (Atti 5:3; Mat. 12:31)
CONCLUSIONE – Ogni peccato è offesa allo Spirito ed ogni peccato produce la morte, ma quando parliamo del peccato imperdonabile, ci riferiamo a quello che è conseguente ad una attitudine o che conduce ad una attitudine di definitiva resistenza all’azione dello Spirito, è il peccato quindi che, come già detto, eclissa il pentimento ed impedisce di accedere per fede al sangue che purifica da “ogni peccato”.
Peccato imperdonabile dunque non perché oscura l’amore di Dio, ma perché non sa accettare l’amore di Dio che per lo Spirito “manifesta” “esprime” “indirizza” un messaggio di misericordia e d’amore.
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