Prendendo la figura di Nicodemo
Breve considerazione personale del Vangelo di Giovanni al cap.3
Prendendo la figura di Nicodemo, alto personaggio come guida spirituale e capo della nazione nonché sacerdote in Israele, potremmo pensare che fosse istruito nelle cose di Dio, e lo era, profondo conoscitore delle scritture, per questo quindi preposto alla guida di Israele; invece nel racconto dell’evangelista Giovanni pare inerme e stupito davanti alla sapienza di Gesù, certo si sarebbe aspettato chissà quale trattato di teologia al quale far riferimento e poter rispondere eventualmente anche a un accusa nei confronti di Gesù dagli stessi esponenti del sinedrio.. “Rabbì, noi sappiamo che tu sei un dottore venuto da Dio, perché nessuno può fare di questi miracolosi se Dio non è con lui”Gv 3:2.. da qui si può intuire un possibile atto di fede che vuol trovare solo conferma alle sue speranzose aspettative, infatti lo vedremo piu avanti mentre cerca di elevare qualche argomento a difesa di Gesù nel momento del Suo giudizio davanti al capo sacerdote; Gesù avendo avanti a se una personalità importante e non di meno un figlio di Dio che cercava la salvezza, gli chiarisce il concetto, un magistrale concetto che solo Dio nella figura di Gesù poteva concepire, una salvezza non più per opere di osservanza della legge, non più fardelli disumani da considerare sacri nelle piccole cose di tutti i giorni, ma la libertà di poter dire “sono salvato per mezzo del tuo amore Gesù figlio di Dio” sono convinto che Nicodemo la lezione di Gesù non l’avrà dimenticata e in cuor suo avrà lodato Dio per la Sua visitazione; Gesù gli spiegò passo passo l’evolversi della salvezza paragonando il suo innalzamento alla croce con l’innalzamento del serpente di rame nel deserto, modello di salvezza per chi fosse stato morso dal serpente dal morso di fuoco, evidentemente il morso dei serpenti nel deserto era oltre che velenoso anche molto doloroso, e quindi salvato, così anche chi avesse guardato a Gesù crocifisso e creduto che la sua morte espiasse tutti i peccati avrebbe avuto la vita eterna AMEN.. “Dio ha tanto amato il mondo da mandare il suo unigenito figlio affinché chi crede in lui non muoia ma abbia vita eterna”Gv 3:16 ma guai a chi non crede perché resta nella condizione di subire il giudizio, alla fine quando Gesù ritornerà, e il giudizio si riassume con il non aver creduto in base alle opere malvagie che vengono fatte rifiutando la luce di Dio, la verità e la propria innocenza divina, perché chi pratica la verità viene alla luce perché le proprie opere son fatte in Dio. Giovanni il battista, che continuava a battezzare spiegò a coloro che gli vennero a dire “dell’altro” al di la del Giordano che battezzava e che tutti accorrevano a lui, perché credevano più a Cristo che a Giovanni, che lui non era il Cristo ma che era stato mandato avanti a Lui per rendergli testimonianza, e che Gesù battezzava in Spirito Santo e che in quanto tale operava un battesimo maggiore, Gesù doveva crescere e Giovanni diminuire; spiegò la differenza che c’era tra lui e il Cristo parlando di cose terrene e cose del cielo “L’uomo non può ricevere nulla se non gli è dato dal cielo…Gv 3:27 e ancora “Colui che viene dall’alto è sopra tutti,colui che viene dalla terra è della terra e parla delle cose della terra Gv 3:31 e termina dicendo che Colui che Dio ha mandato parla della cose di Dio e a coloro che credono dispensa lo Spirito senza misura, e quindi come dono la vita eterna; chi non rifiuta la Sua parola ottiene già ora la caparra dello Spirito Santo per ottenere la vita eterna e non rimanere nel giudizio di Dio… voglia Dio ascoltare le preghiere di chi cerca tale salvezza ma le “incrostazioni” del peccato impediscono alla Grazia di entrare nell’anima e risiedervi… AMEN.
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