NON C’ERA ALTRA STRADA

 

“E, andato un po’ più avanti, si gettò con la faccia a terra, pregando, e dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi oltre da me questo calice! Ma pure, non come voglio io, ma come tu vuoi»…… Di nuovo, per la seconda volta, andò e pregò, dicendo: «Padre mio, se non è possibile che questo calice passi oltre da me, senza che io lo beva, sia fatta la tua volontà». …… andò di nuovo e pregò per la terza volta, ripetendo le medesime parole” – Matteo 26:39-42.

Furono queste le parole pronunciate da Gesù nella famosa preghiera del Getsemani. Ben sapeva di dover presto morire, come più volte aveva preannunciato ai discepoli, e ben conosceva che quella morte sarebbe stata proprio il tremendo ed orribile supplizio di croce. Ciononostante, poche ore prima di quel momento cruciale, oppresso dal peso mortale di quanto gli stava per accadere (“Ed essendo in agonia, egli pregava ancor più intensamente; e il suo sudore diventò come grosse gocce di sangue che cadevano in terra” – Luca 22:44), supplicò il Padre se fosse mai stato possibile che passasse da Lui quel “calice”, ovvero, in altre parole, se c’era un’altra strada, un altro mezzo per la salvezza dell’umanità. A quella preghiera non fu data però alcuna risposta, o per lo meno i Vangeli non riportano alcuna risposta del Padre.

Il silenzio del cielo, stava a confermare che quel “calice” non poteva “passare” senza che Cristo lo bevesse fino in fondo. La strada era e restava quella già stabilita nell’eternità, avanti tutti i secoli: la croce!
Prima che l’universo fosse, prima che l’uomo esistesse, prima ancora che peccasse e sprofondasse nel baratro senza fondo del giudizio e della morte, L’Eterno Iddio aveva stabilito che l’Agnello di Dio fosse sacrificato un giorno, per portare su di Sé i peccati del mondo e per morire al posto dei peccatori, realizzando così il solo ed unico mezzo per la nostra salvezza:

“Sapendo che non con cose corruttibili, con argento o con oro, siete stati riscattati dal vano modo di vivere tramandatovi dai vostri padri, ma con il prezioso sangue di Cristo, come quello di un agnello senza difetto né macchia. Già designato prima della fondazione del mondo, egli è stato manifestato negli ultimi tempi per voi” – I Pietro 1:18-20.

Perché doveva essere proprio quella la strada? Come mai il Padre, che tanto amava il Figlio, che face pienamente e perfettamente tutta la Sua volontà, voleva che passasse per il cruento sacrificio del Calvario?
Qui siamo di fronte ad una delle più grandi e profonde verità della storia, del tempo presente e dell’eternità, verità che supera ogni umana intelligenza e ogni terrena comprensione, verità che possiamo appena cogliere perifericamente, marginalmente, per quel tanto che ci può bastare per essere salvati, ma che solo nel mondo avvenire, anzi durante tutto lo spazio dell’eternità, potremo cercare man mano di afferrare e comprendere.
Dio aveva stabilito che UNO morisse al posto di TUTTI, affinché quei tutti fossero pienamente giustificati e salvati mediante Lui.

“Uno di loro, Caiafa, che era sommo sacerdote quell’anno, disse loro: «Voi non capite nulla, e non riflettete come torni a vostro vantaggio che un uomo solo muoia per il popolo e non perisca tutta la nazione». Or egli non disse questo di suo; ma, siccome era sommo sacerdote in quell’anno, profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione; e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire in uno i figli di Dio dispersi.
Da quel giorno dunque deliberarono di farlo morire” – Giovanni 11:49-51.

Gesù doveva perciò essere sacrificato per il popolo di Israele e per il mondo intero. Ciò era stato stabilito dall’alto, perché di fronte alla santità della giustizia divina, non c’era e non ci potrà mai essere altro mezzo di salvezza che la morte del Figlio di Dio. Solo un GIUSTO poteva pagare per gli ingiusti e solo un GIUSTO è esistito sotto il cielo: Cristo Gesù il Signore. La nostra salvezza dipendeva perciò unicamente dal Suo sacrificio, il cui valore ha un’efficacia ed una portata che valica i confini dell’eternità. Non a caso, l’inferno sembrò essersi accorto di questo, e perciò, attraverso la bocca di alcuni, invitò Gesù a scenderegiù dalla croce:

“E quelli che passavano di là, lo ingiuriavano, scotendo il capo e dicendo: «Tu che distruggi il tempio e in tre giorni lo ricostruisci, salva te stesso, se tu sei Figlio di Dio, e scendi giù dalla croce!» – Matteo 27:39-40.

“Pure i soldati lo schernivano, accostandosi, presentandogli dell’aceto e dicendo: «Se tu sei il re dei Giudei, salva te stesso!» – Luca 23:36-37.

Grazie a Dio, Gesù non diede ascolto a quelle diaboliche voci, né guardò al Suo interesse, ma, per amor nostro, intraprese quella strada di morte, d’infamia e di dolore, e la percorse fino in fondo, perché noi avessimo la possibilità di essere salvati tramite la Sua infinita grazia. Egli bevve il calice amaro che il Padre Gli aveva riservato ed accettò pienamente la Sua volontà.

“Tu non gradisci né sacrificio né offerta;
m’hai aperto gli orecchi.
Tu non domandi né olocausto né sacrificio per il peccato.
Allora ho detto: «Ecco, io vengo!
Sta scritto di me nel rotolo del libro.
Dio mio, desidero fare la tua volontà,
la tua legge è dentro il mio cuore». – Salmo 40: 6-8

Un’altra strada non c’era e non ci potrà mai essere!

Non possiamo salvarci facendo qualche buona opera, non abbiamo alcuna possibilità di guadagnarci il cielo! Se dovessimo pensarla così, vuol dire che non abbiamo ancora capito nulla e che siamo tutt’ora privi della verità e della luce di Dio. Perché un simile pensiero proviene dalla distorta mente umana, che fa leva sulla propria giustizia, basata su buone opere e precetti, e pone l’uomo quale artefice della propria salvezza.

Questo è il pensiero trasversale, comune alla totalità delle religioni che hanno popolato la storia, e non ha risparmiato nemmeno la stessa religiosità cristiana, che ha sovente affiancato le buone opere meritorie al sacrificio di Cristo Gesù, pensando che le prime potessero aggiungere qualcosa a ciò che è in sé completo ed unico, ed al quale niente può e potrà mai essere affiancato.

Ciò che Dio richiede, la strada che Egli ha stabilito, invece, contravviene totalmente a tale principio ed indica nella croce, in Colui che su di essa fu sacrificato, l’unica possibilità di salvezza per l’umanità!

La croce evidenzia impietosamente la nostra debolezza e la nostra assoluta incapacità di salvarci, anche parzialmente, perché se c’era un’altra strada, Cristo sarebbe morto inutilmente. La croce ci riconduce invece alla nostra ineluttabile realtà di peccatori, privi di speranza, perduti nei meandri di una vita ingiusta e senza Dio. Ci invita perciò ad alzare gli occhi in alto (la croce era infatti elevata più su degli astanti, in modo che la gente fosse costretta ad alzare lo sguardo per vedere Colui che era stato crocifisso) e a levarli da noi per rivolgerli a Chi si sacrificò al posto nostro.

“Volgetevi a me e siate salvati, voi tutte le estremità della terra! Poiché io sono Dio, e non ce n’è alcun altro” – Isaia 45:22.

“Poiché questa è la volontà del Padre mio: che chiunque contempla il Figlio e crede in lui, abbia vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno” – Giovanni 6:40.

Chi ci potrà perciò mai salvare, se trascuriamo una così grande salvezza, costata un duro ed immane prezzo al Padre, che ha mandato il Figlio, condannandolo al posto nostro; ed al Figlio la croce, dove ha subito scherni e flagelli, derisioni, beffe e crudeltà, essendo stato inchiodato come uno squallido criminale e posto in pubblico spettacolo, affinché noi trovassimo la pace con Dio e la vita eterna? Consideriamo infatti queste parole dell’Epistola agli Ebrei, capitolo 2, verso 3:

“Come scamperemo noi se trascuriamo una così grande salvezza?”.

La domanda è in realtà rivolta ad ognuno di noi!
Oggi che ne abbiamo l’opportunità, facciamo subito nostra questa eterna e gratuita salvezza!

Qualsiasi altra strada, diversa dal sacrificio di Gesù, anche se può apparire bella ed interessante, finirà per condurci alla morte. Alla morta eterna:

“C’è una via che all’uomo sembra diritta, ma essa conduce alla morte” – Proverbi 14:12 e 16:25.

Dio ci aiuti a comprendere come stanno realmente le cose! Oggi stesso, caro amico, vieni così come sei a Gesù, senza scuse, senza ma e senza condizioni, dichiarando a Lui il tuo bisogno di essere salvato, anche se hai una religione, sapendo che non la religione, ma solo Gesù è il Salvatore e, perciò, salva. E’ per Lui che devi entrare, perché è la porta (Evang. Di Giovanni 10:7 e 10:9) ed è Lui che devi seguire, perché è anche la Via, la SOLA ed UNICA VIA che conduce al cielo (Evang. Di Giovanni 14:6).
Dio ti benedica!

Antonio Morra

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