STORIE VERE-Luciana

Avevo 19 anni quando mi avviavo felice all’altare per sposare Salvatore, l’uomo della mia vita, l’uomo dei miei sogni. Dopo la luna di miele rimasi subito incinta. Immaginate la gioia, prima moglie e adesso ero in dolce attesa per diventare mamma. Appena un anno dopo il mio matrimonio, mi trovai in sala travaglio, stava per nascere la mia Arianna, la mia bambina tanto attesa. Quando nacque ero pazza di gioia. La mia Arianna era bellissima. Tutto questo fino a quando mia figlia compì il settimo mese di vita. Poi… non rispondeva più agli stimoli, era come morta. La portammo all’ospedale e, dopo lunghi accertamenti, scoprirono che la piccola Arianna aveva una malattia rara: Genetica neuro-degenerativa. Colpisce il cervello e degenera tutti i nervi. In pratica io mantenevo in vita mia figlia tramite una PEG, una sonda che l’attraversava il corpicino, riuscendo a darle cibo e medicine. Caddi in una forte depressione, ma pur di accudire mia figlia mi facevo forza. Iniziammo a girare gli ospedali di mezza Italia, pur di scoprire qualche Neurologo che ci desse speranza. Mio marito non sempre poteva starmi vicino, poichè lavorava su grosse navi al Nord. Passarono quattro anni, e io e mio marito stavamo pensando di avere un’altro figlio. Eravamo giovani e molto tristi. Pensavamo che forse un bimbo sano ci avrebbe fatto vedere un futuro più roseo. Così rimasi incinta per la seconda volta. Così a cinque anni dalla nostra amata Arianna, nacque Tonia. Ma il destino sembrava accanirsi su di noi, visto che, anche la seconda bambina era affetta dalla stessa patologia della sorellina. Ci sembrava di sprofondare. Incominciammo a chiedere a Dio: perché? Perché proprio le mie bambine dovevano essere colpite da una malattia tanto sconosciuta? Passai anni di travaglio, entrando e uscendo dagli ospedali. Andammo a Reggio Emilia, dove ci sono bravissimi neurologi. Di lì, andai a Bologna, dove in pratica, il Rizzoli di Bologna era diventato la nostra “seconda casa”. Una volta mentre stavo all’ospedale Santo Bono di Napoli, nel reparto dove stavo io c’era una donna di Avellino che aveva la figlia con una malattia: Idrocefalia, in pratica la sua bambina aveva liquido al cervello. All’inizio avemmo un diverbio molto acceso perché lei era evangelica, e pregando rimetteva tutto nelle mani di Dio. Lei mi disse: “Luciana, se Dio ha deciso così per le nostre bimbe, chi siamo noi per opporci a Lui? Se domani Dio viene e se le porta in cielo con Lui, sia fatta la Sua volontà. Anche se rimane il vuoto per la loro mancanza, Dio è sovrano.” All’ascoltare quelle parole non ero capace di calmarmi e iniziai ad inveire contro di lei. Ma lei rimase impassibile, e rispose: “Pregherò per te!” La notte piangevo pensando che un giorno molto presto avrei potuto perdere le mie bambine. All’improvviso vidi come se qualcuno avesse accesso una luce, ma non c’era nessuno. Poi sentii una dolce voce sussurrarmi: “IO avrò cura delle tue bambine, in mano mia saranno al sicuro. Mi prenderò cura anche di te se lo vorrai”. – Certo risposi… e la notte passò via lasciando il posto al giorno. Fu un giorno diverso, ero tranquilla e sicura che Gesù si sarebbe preso cura delle mie bambine. Raccontai tutto alla mia vicina di letto, ci abbracciammo e mi parlò di Cristo, della conversione e di come affidarsi a Lui. La sua figlioletta morì, ed anche la mia Arianna il 13 dicembre del 2010, all’età di 18 anni è salita in cielo. Due anni dopo, il 16 giugno del 2012, all’età di 17 anni, anche la mia Tonia ha raggiunto la sua sorellina. Adesso sono libere di volare fra i giardini di Dio. Senza più limitazioni e sofferenze. Libere… Adesso che io e mio marito eravamo soli senza più le nostre bambine, frequentavamo una chiesa in provincia di Napoli. Arrendendoci a Dio, mio marito ed io abbiamo trovato la forza di andare avanti. Spesso si riunivamo a casa del secondo pastore a parlare e pregare Gesù. Io credevo che adesso io e mio marito saremmo andati avanti insieme. Invece il 20 novembre 2017, mio marito morì in un incidente stradale. L’amico che guidava si addormentò perse il controllo dell’auto. Entrambi morti sul colpo. Dal sonno alla morte senza accorgersene. Dopo 26 anni di matrimonio, all’età di 47 anni sono rimasta vedova e senza le mie bambine. Ma ancora una volta Dio mi ha dato la forza per rialzarmi e andare avanti. Adesso lavoro accudendo anziani. In questo periodo, non sono mai andata in depressione. Dio mi ha fatto una promessa: che io, le mie bambine e mio marito staremo insieme nel regno di Dio. Adesso voglio dedicare la vita a queste persone anziane e bisognose. Il Signore sia lodato!

Personalmente ho parlato al telefono con Luciana, prima che ci scambiassimo qualche parola, credevo che dovessi parlare con la donna più depressa della terra. Tutt’altro, triste si, ma non depressa! È stata per una gioia, ascoltare la sua fede sincera. Chi da realmente il cuore a Dio, Dio ti libera anche dalla depressione più terribile. Luciana vive con la speranza sicura, che un giorno la sua famiglia sarà riunita nel Regno di Dio. Amen!

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